Baglioni non ha voluto parlare di pedofilia al Festival, ma della droga si. Don Mazzi: “Ha fatto una puttanata”
Il brano Rolls Royce, in gara al 69esimo Festival di Sanremo, ha suscitato polemiche per il suo testo. Piovono critiche, e parla anche Don Mazzi.
Poverini i Dear Jack, poveri loro e anche Pierdavide Carone, che se anche non è un astro della musica – andò di moda solo ai tempi della partecipazione ad Amici di Maria De Filippi – almeno avrebbe portato, insieme alla band, sul palco del Festival di Sanremo un argomento delicato. Il brano Caramelle, escluso da Claudio Baglioni perché considerato di argomento troppo forte, è un tipico brano da Sanremo, e avrebbe avuto tutti gli elementi per salire sul podio: un tema delicato e un messaggio forte alla base che avrebbe spinto a soffermarsi su una tematica sociale all’ordine del giorno.
E stessa cosa si sarebbe potuta dire per il brano Rolls Royce, di Achille Lauro, con argomento, delicatissimo, la droga. Ma due cose lo differenziano da Caramelle: il messaggio sarebbe praticamente opposto, e inciterebbe, dicono, al consumo di ecstasy. E se Baglioni ha ritenuto giusto escludere il brano Caramelle, proprio per l’argomento, non ha ritenuto abbastanza forte Rolls Royce tanto da farlo fuori dalla gara.
Le accuse al brano in gara, lanciate da Striscia Notizia, si baserebbero sul testo della canzone, che sarebbe un vero e proprio inno alle pasticche di ecstasy, chiamate “Rolls Royce“. Achille Lauro ha respinto tutte le accuse, parlando del suo brano come un inno alle icone mondiali. “Rolls Royce è uno status. Il pezzo parla di tutte le icone mondiali, dal mondo di Hollywood alla musica allo stile, dunque è ovvio che quella principale di eleganza sia appunto la Rolls Royce”, ha detto il trapper. Niente droga, dunque. Ma la tesi non convince, e non convince neanche Baglioni che in Conferenza ha fatto il finto tonto facendo intendere di non saperne nulla.
“Il servizio pubblico sceglie di mettere in gara una canzone che non solo inneggia alla droga, ma che contiene una frase che mi sconvolge perché va al di là della droga in sé, parla della fine che provoca” ha commentato a Striscia La Notizia Don Mazzi riferendosi alla frase del ritornello: voglio una fine così, voglio una vita così.
“Ma la cosa che mi meraviglia di più è che un uomo di grande cultura, un conduttore come Claudio Baglioni, si sia lasciato scappare una cosa del genere”, ha commentato. Il prete è noto per il suo impegno nel recupero di ragazzi tossicodipendenti, tra cui Fabrizio Corona, e alle telecamere di Striscia, che sono corse dietro al Vicepremier Matteo Salvini, poi allo stesso Lauro, si è lasciato andare a aspri commenti: “Il conduttore ha fatto una putt***ta, e uso questo termine perché è la parola più decente che possa dire. Non è possibile che a un autore di questo genere, che ha scelto e pare abbia avuto un ruolo molto pesante rispetto alle scelte, sia sfuggita una cosa del genere. Queste cose non raccontatele a me”.
Ed è vero, in fondo, che tutta la colpa ricada su Claudio Baglioni, direttore artistico e conduttore di questo Festival. E’ lui che ha avuto un peso determinante nelle canzoni scelte e quelle escluse, è lui che ha gestito il tutto, creando bufere su cose che non c’entravano nulla con il Festival, per poi far finta di non sapere le cose che invece lo riguardano.
Intanto, ieri il trapper Achille Lauro si è esibito al fianco di Morgan, nella serata dei duetti. A risentirla, la canzone, tutti i riferimenti alla questione sembrano esserci. Ma Baglioni… non se n’è accorto.
Chiara Feleppa
Fonte: Striscia La Notizia
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