Claudio Baglioni ci ripensa: “Quest’anno solo ospiti italiani, meglio avere i nostri artisti che strapagare quelli stranieri“.
Festival di Sanremo, domani l’inizio. E si torna a parlare di politica
La settimana di Sanremo è un po’ come la settimana bianca per gli amanti della neve. Le cinque serate in onda su Rai1 rubano l’attenzione di quasi tutta Italia. Bisognerebbe capire perché, visto che della kermesse sonora si comincia a sentire il peso, specie delle sfumature politiche di sinistra che ogni anno rubano il posto ai cantanti in gara.
Eppure, nella Conferenza Stampa di questa mattina – che ha fatto di sicuro meno parlare della prima – Claudio Baglioni, conduttore e direttore artistico dello show in onda da domani, ha assicurato che questo “non sarà un Festival politico”. Anche se, nello scorso incontro con la stampa, Baglioni mise bocca sul governo giallo-verde definendolo una farsa attirando l’astio della direttrice Rai1 Teresa De Santis. E la premessa del cantante non torna, tra l’altro, neanche con le dichiarazioni rilasciate un mesetto fa da Claudio Bisio, co-conduttore, insieme con la comica Virginia Raffaele, che assicurò invece di ritornare, con i suoi monologhi scritti da un altro, sulla questione migranti e del governo. Salvo poi, poche ore fa, fare retromarcia, come riportato dall’Ansa: magari, viste le troppe polemiche, gli sarà arrivato qualche buon consiglio dall’alto. “Non parlerò di migranti, ma neanche di Venezuela, di Bolsonaro, del nuovo esame di maturità, del buco dell’ozono. Forse farò qualche battuta sullo spostamento del polo magnetico della terra. Se parlerò della Juve? Non dirò nulla, lo giuro”.
Qualcosa sembra non tornare, e non tornano neanche i giri di amicizie, dicono, che il Baglioni tesse con i partecipanti in gara, legati da contratti con la sua stessa casa discografica. “La clausola di trasparenza, c’è ed è stata rispettata”, ha confermato il vicedirettore di Rai1 Claudio Fasulo. “Le nostre scelte sono inattaccabili dal punto di vista della qualità. Questa situazione è figlia di un mercato molto concentrato, ma nella assoluta trasparenza”, ha detto, come riportato dall’Agi. Anche la De Santis ha confermato, rimandando comunque la responsabilità ad altri: “Per quello che è a mia conoscenza, la clausola di trasparenza c’è, ma devono parlare le strutture competenti. Io rispondo per le scelte artistiche. L’Azienda è sotto il controllo di Agcom, Corte dei conti, Commissione parlamentare di vigilanza. In Cda c’è la presenza costante di un magistrato della Corte dei conti. Quindi la questione è seguito con molta scrupolosità e profondità”.
Sul rapporto tra i due la leghista ha chiarito, come riportato da LaPresse: “Screzi con Claudio Baglioni? Sempiterna amicizia, siamo sempre pronti a confrontarci. Il lavoro di Claudio è di grandissima importanza. L’aver riportato tutto alla musica italiana è un lavoro di grande importanza, anche i nostri artisti sono soggetti internazionali. L’autarchia non c’entra niente, non è un festival sovranista ma dove c’è la voglia di sottolineare un’identità culturale, anche quando ci saranno ospiti stranieri”. Baglioni invece ha scherzato sulla questione e sui duetti con gli ospiti. E, a proposito di ospiti, quest’anno non ce ne saranno di stranieri, come riportato da Askanews: “Ormai dischi non se ne vendono più tanti, quindi o l’artista ha interesse a venire in Italia o la Rai deve strapagare questi artisti. Piuttosto che avere un gruppettino dell’ultimo momento preferiamo avere i nostri artisti”.
Certo, un discorso logico. Giusto anche, direi. Perché investire altrove se si può investire qui? E perché, magari, questo discorso non farlo in politica? Comunque, questo Festival ha tutte le premesse per candidarsi alle prossime elezioni. Magari tra critiche a destra e a sinistra, sostegno ai migranti con preferenze per gli italiani, riesce a spalleggiare il PD. E a rimandare in fumo un Paese.
Chiara Feleppa
Fonti: Askanews, Agi, Ansa, LaPresse
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