“Io credo che l’intero mondo in cui viviamo dovrebbe riattivarsi. Penso a Zagrebelsky che ha parlato di necessità di una resistenza civile. Anzi: diventiamo tutti sostenitori di Baglioni e guardiamo il festival di Sanremo!”, ha detto Armando Spataro. Le domande a questo punto sono tre: a quale dei due fratelli Zagrebelsky si riferisca, la prima. La seconda, quanto sia assurdo parlare di resistenza civile dopo i guai che il proletariato si è tirato dietro nelle sue lotte negli anni. Cosa c’entrino Baglioni e il Festival di Sanremo con la resistenza civile, la terza. Tirato in ballo così, dal nulla, per caso. Baglioni è come il nero, sta bene su tutto. E allora lo nominiamo quando ci capita, che non si sa mai.
Armando Spataro – magistrato italiano ed ex procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino – è intervenuto al convegno per la Giustizia di Area Democratica per la Giustizia. Nell’occasione si è espresso anche sul Decreto Sicurezza, criticandone le fattezze, come aveva più volte fatto in passato. “È una modalità inaccettabile”, ha detto, “Il decreto sicurezza contiene dei passaggi che non sono compatibili con la normativa generale e con i principi internazionali. Sicurezza è diventato un brand in base al quale si può fare tutto.”
Ancora, si domanda, Spataro: “Qual è l’obiettivo? Non far arrivare altri migranti e cacciare quelli che ci sono. E questo non si può accettare. Basta con la caccia al migrante, le parole pesano come pietre: la sicurezza è un diritto fondamentale e un dovere per chi governa il Paese, ma deve essere esercita nei limiti e compatibilmente con i principi sui cui la nostra democrazia si regge”, ha detto. Ma, lo ricordiamo, il Decreto è Legge. E lo è divenuta attraverso un iter democratico.
Spataro ha parlato davanti all’Associazione Magistrati Progressisti e ha sostenuto anche l’assurdità delle frasi che vengono dette sui migranti, come riportato da Il Corriere della Sera. Già a Novembre, Spataro si era espresso contro l’abolizione della protezione umanitaria del Decreto, che gli appariva del tutto incostituzionale. “Da giurista pratico dico che a mio avviso ci sono aspetti di incostituzionalità che, nel momento in cui il decreto dovesse diventare legge, potrebbero anche essere oggetto, se ricorrono gli estremi, di questioni sollevate dagli uffici giudiziari”, aveva detto.
Il procuratore, da sempre tra le voci più critiche contro il Vicepremier Matteo Salvini, ha sempre sostenuto che “la solidarietà non è un sentimento, ma è un dovere e un diritto”. Ma qui, non si tratta di essere o non essere solidali. Si tratta di un controllo necessario, legittimo e del tutto costituzionale. Un controllo che la questione migranti necessita. Tra Salvini e Spataro non corre buon sangue da quando questioni di Tweet, a Dicembre, hanno reso i rapporti tra i due ancor più aspri. Ma, almeno, Spataro è un magistrato e Salvini è un Ministro. Insomma, su binari diversi ma almeno se ne intendono. Baglioni, diciamolo, è fuori luogo.
Chiara Feleppa
Fonte: Il Corriere della Sera
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