Sanremo 2019 si avvicina, manca sempre meno al 5 Febbraio e le polemiche impazzano già da un po’. La querelle sui migranti si è presa un bel po’ d’attenzione, ma non tutta. Un’altra questione sta spopolando da qualche giorno e riguarda in primo luogo il cachet dei conduttori. La Rai, dopo alcune indiscrezioni di stampa, ha precisato che il compenso del direttore artistico Claudio Baglioni è pari a 585.000 euro, non 800.000 come era stato detto. Un compenso pari a quello dello scorso anno, così come i costi complessivi della 69esima edizione del festival sono in linea con quelli precedenti, conferma la Rai.
Chiariamo: conosciamo i compensi perché la Rai, in quanto servizio pubblico, rende noti tutti i contratti. Proprio nel contratto stipulato dall’azienda con Claudio Baglioni, si sottolinea come non debba esserci alcun rapporto giuridico con cantanti, autori, società editrici, case discografiche ed etichette indipendenti che partecipano alla manifestazione. Ed è qui, che si infiamma la seconda polemica.
La bomba è stata lanciata dal critico musicale Michele Monina, che ha scritto una lettera a Marcello Foa, presidente della Rai, e a Fabrizio Salini, direttore generale dell’azienda. Nella lettera si contesta la presunta trasparenza della Rai, che non esisterebbe, in quanto ci sarebbero conflitti di interesse tra Baglioni e i partecipanti al Festival di cui lo stesso Baglione è direttore artistico. Michele Monina ha sottolineato come Baglioni sia, diversamente da quanto previsto, sotto contratto discografico con la Sony Music Italia. Ed è proprio la Sony che produce e distribuisce numerosi artisti scelti dal direttore artistico per partecipare alla competizione: Simone Cristicchi, Il Volo, Einar, Anna Tatangelo, Daniele Silvestri, Achille Lauro, Francesco Renga, Enrico Nigiotti, oltre che Biagio Antonacci che sarà tra gli ospiti del Festival. E’ Baglioni stesso, in quanto direttore artistico, ad aver scelto i partecipanti al Festival, molti dei quali sotto contratto con la Sony. E’ lui ad aver deciso quali scartare e quali no. E, guarda caso, dei 24 big in gara, 8 sono legati alla Sony, la stessa casa discografica alla quale è legato Baglioni.
Ma non finisce qui. Claudio Baglioni è anche sotto contratto con la Friends & Partners di Ferdinando Salzano, società che si occupa del management e l’organizzazione dei concerti. In pratica, decide le ospitate di Baglioni, i compensi, gli orari. Insomma, ne cura l’immagine e il lavoro. Con la stessa società hanno rapporti di lavoro diversi interpreti selezionati dalla commissione presieduta da – indovinate chi – Baglioni in persona: artisti come Paola Turci, Nek, Irama, Ex-Otago, Ultimo, Il Volo, Francesco Renga, ma anche Laura Pausini, Biagio Antonacci e Luciano Ligabue, che saliranno sul palco dell’Ariston fuori gara.
Insomma, esiste una rete di relazioni intorno al cantante su cui Michele Monina chiede di far luce, proprio a partire da quella clausola di trasparenza, ponendo sette domande ai vertici della Rai sul sito Linkiesta: “Che fine ha fatto la salvaguardia del principio di trasparenza che dovrebbe essere invalicabile in una tv pubblica?”. E ancora, “E’ vero che la sua presenza al Festival è stata gestita da Salzano?”.
E proprio su Ferdinando Salzano ruoterebbe la questione principale. Su di lui e su Veronica Corno, sua collaboratrice. Quest’ultima è la figlia di una funzionaria Rai che si occupa di contrattualizzare quelli che passano in RAI. In sostanza, è lei che si occupa dei contratti, è lei che decide i cachet. E quindi, per logica, se sua figlia è la collaboratrice del manager di Baglioni, è chiaro come si possa avere per lui un occhio di riguardo.
La Rai ha risposto: “Le trattative vengono da seguite dal suo avvocato e basta”. Ma, insomma, ci crediamo fino in fondo?
Chiara Feleppa
Fonte: Linkiesta, Rai