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“Migranti, referendum contro Salvini”. De Magistris: “E ora che si dimetta”

Un referendum contro il Decreto sicurezza, il provvedimento del Governo Conte che più di ogni alto porta in calce la firma del Ministro dell’interno Matteo Salvini. A proporlo è stato il PD e l’idea è stata tra le notizie più diffuse delle ultime ore. Furono Maurizio Martina e Matteo Ricchetti del PD a parlarne, un paio di settimane or sono, nel corso di uno visita alla Spar di Mugnano. L’idea non fece breccia al momento ma quelle parole sono state riprese con interesse nelle ultime ore, dopo la levata di scudi di alcuni sindaci nei confronti del Ministro. A ricordarlo è Repubblica – più o meno il giornale della Sinistra dal giorno della sua fondazione in avanti –  a cui evidentemente la ribellione dei Primi Cittadini piace assai e che non esclude di rilanciare anche questa iniziativa, come se il caos non fosse già abbastanza: “La notizia ha ottenuto oltre 68mila condivisioni su Facebook, 393 su Twitter e un pubblico potenziale di milioni di visitatori…” il che non vuol dire che milioni di cittadini voterebbero contro, ma vallo a spiegare a Repubblica. Probabilmente sarebbe un trionfo, ma per Matteo Salvini, e per il Paese sarebbe motivo di contrasti e divisioni. Ma il PD e dintorni sanno come districarsi in queste situazioni. E alle sconfitte sono così abituati che non sentono più nulla. per cui non è escluso che quest’iniziativa, ridicola, possa avere un certo seguito.

“Il decreto Salvini va osteggiato anche raccogliendo firme per la sua abrogazione con un referendum. Bisogna raccontare la distanza tra la propaganda leghista e i temi veri della sicurezza e dell’integrazione. Quando rischi con il decreto Salvini di lasciare per strada centomila irregolari in due anni – dice il segretario uscente del PD e ora candidato a diventarlo di nuovo – stai generando più insicurezza. La scommessa che dobbiamo fare è l’integrazione nei diritti e nei doveri. Per questo, noi proponiamo un modello alternativo a quello di Salvini che è più sicuro”.

Dopo l’approvazione del decreto Sicurezza gli esponenti del Partito Democratico alla Camera protestarono indossando una maschera sul volto, come riportato da Il Corriere della Sera. “Questo decreto creerà persone invisibili” spiegarono i deputati Dem. A finire nel mirino delle critiche è soprattutto la stretta del governo sul circuito delle Sprar – il Servizio di protezione per i richiedenti asilo – e sui permessi umanitari per i richiedenti asilo. Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera disse: “State creando centomila persone senza più nome né volto, oggi sono seguite dai comuni, domani saranno espulse dai percorsi regolari ma non spariranno: vagheranno come fantasmi per le nostre città”.

A sostenere i sindaci, oltre al PD, c’è il mondo dell’associazionismo. La onlus Alterego ha redatto un documento che i Primi Cittadini potranno consultare qualora decidessero di opporsi al decreto. La spiegazione da parte dell’associazione appare pertinente, asciutta ed efficace, priva dei proclami bambineschi ed insulsi provenienti da Orlando o le provocazioni da guappo che vuol menar le mani di De Magistris.

Abbiamo pensato di elaborare un primo modello di delibera che smonti un pezzetto della legge n.113/2018 – il Decreto Sicurezza –  nella parte in cui prevedendo l’impossibilità per il richiedente, titolare di un permesso di soggiorno per richiesta asilo, di iscriversi all’anagrafe si pone in piena violazione dell’articolo 26 della Convenzione di Ginevra e comporta una grave limitazione al godimento di quei diritti che la nostra Carta Costituzionale individua come diritti fondamentali”. Scrive ancora Alterego: “L’iscrizione all’anagrafe è  presupposto per l’accesso ad altri diritti sociali e civili, come l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale; l’accesso all’assistenza sociale e la concessione di eventuali sussidi previsti dagli enti locali. Nel modello si richiama la competenza comunale in materia di istituzione di un albo anagrafico,  la Convezione di Ginevra; gli articoli della nostra Costituzione che tutelano l’iscrizione anagrafica e la consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto un diritto alla residenza qualificato come “diritto soggettivo”. L’associazione conclude con queste parole: “Il tutto per dire una sola cosa alle istituzioni locali: se volete, avete tutto il potere garantire ai richiedenti asilo l’iscrizione anagrafica“. Una presa di posizione dura e netta, ma senza pronunciare le parole xenofobia, populismo, fascismo, razzismo. La Sinistra puerile degli ultimi vent’anni prenda nota e impari, se può.

Dai leader di Governo la reazione nei confronti dei Primi Cittadini è apparsa priva di incrinature: “Solo campagna elettorale da parte di sindaci che si devono sentire un po’ di sinistra facendo un po’ di rumore. Ma se vuoi sentirti di Sinistra, metti mano ai diritti sociali di questo Paese, quelli che la Sinistra ha distrutto in questi anni. Pensate come stanno messi male”. Ha detto il vice premier Luigi Di Maio commentando la decisione di ‘bloccare’ l’applicazione del decreto sicurezza da parte di alcuni sindaci tra cui quello di Palermo Leoluca Orlando, come riportato dall’Ansa.

Se qualche sindaco non è d’accordo si dimetta – ha detto il vicepremier Matteo Salvini –  Orlando e De Magistris si dimettano, siamo in democrazia e governano gli italiani, non qualche intellettuale, professorone o giornalista”.

Io non mi dimetto certo per ordine di Salvini – è stata la replica del sindaco di Napoli – Io sono stato democraticamente eletto dal popolo. Salvini forse dovrebbe rileggere un pò la Costituzione, anzi ho dubbi che l’abbia mai letta. Se la leggesse troverebbe qualche piccolo suggerimento. Non c’è una battaglia personale – ha aggiunto – lui è un ministro roboante, importante, che minaccia. Mentre io sono un sindaco umile e normale, ma sindaco di una grande Capitale del Mediterraneo che non si fa piegare da un ministro che mostra la spada di ferro con i poveri e poi trema un pò con la spada di latta di fronte ai potenti“. E qui bisognerebbe capire bene a cosa si riferisce De Magistris, che in quanto a minacce non è sembrato secondo a nessuno.

Rispondendo all’ipotesi di attracco a Napoli per la nave Sea Watch ventilata dal Sindaco di Napoli, Matteo Salvini risponde con ironia “Se vuole fare il velista e aprire i porti lo faccia, la competenza del porto di fatto è del ministero dell’Interno, e se de Magistris farà il ministro dell’Interno in futuro deciderà cosa fare“. E’ chiaro a questo punto che chi arretra perderà la faccia. Si accettano scommesse.

Fonti: Ansa, Fanpage, Repubblica, Il Corriere della Sera, Alterego, Facebook Matteo Salvini

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Redazione

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