Si scrive molto, in questo periodo, dalle parti del PD. Il Sindaco Leoluca Orlando scrive al Responsabile dell’Anagrafe di Palermo e lo tira in mezzo ad un mare di guai, intimandogli di disapplicare le disposizioni del Decreto Sicurezza varato dal Governo Conte, in particolare l’art. 13. Il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris scrive una lettera in carta intestata al comandante della nave Sea Watch, ong tedesca con a bordo 32 migranti, auspicando un approdo a breve nel porto di Napoli, a dispetto delle disposizioni contrarie provenienti dal Governo. Non dimentica di insultare il Ministro. La ong tedesca apprezzerà: “I fascisti ci fanno pubblicità...” scrisse in un tweet l’estate scorsa la ong tedesca Mission Lifeline.
E scrive allora anche Matteo Orfini, presidente del PD. Lui si rivolge direttamente alla parte nemica, sospettata di fascismo. Orfini chiama in causa il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ritenuto forse da Orfini persona più ragionevole di Salvini. Qualche indizio c’è. L’estate scorsa il Presidente Mattatella riuscì ad intercedere presso di lui per aggirare uno sbarco fermato da Salvini. Il colpo di mano riuscì. Sembrava una prima crepa nel muro eretto dal Ministro ma non fu così. Pochi giorni dopo ci fu il caso Aquarius, ong di Sos Méditerranée e di Medici senza frontiere, rimasta bloccata a 35 miglia dalle coste italiane e a 27 miglia da Malta con 629 persone a bordo. Lo stallo si protrasse dal 10 Giugno, quando il Governo italiano si rifiutò di assegnare un porto di sbarco alla nave che sventolava la bandiera di Gibilterra. Salvini insieme al Ministro dei trasporti e delle infrastrutture Danilo Toninelli, spiegò che la capitaneria di porto italiana aveva chiesto a Malta di far attraccare alla Valletta la nave. Le autorità dell’isola rifiutarono. Si aprì un contenzioso diplomatico risolto solo con l’intervento della Spagna. Dopo ci fu il caso della Nave Diciotti, ferma per giorni nel porto di Catania. Anche in questo caso un lungo braccio di ferro con Malta, e una crisi risolta con l’intervento della Cei.
Con Sea Watch il copione di ripete: La Valletta ha concesso alla Sea-Watch con a bordo 32 migranti, e a Sea Eye, che ne trasporta 17, di entrare nelle acque maltesi e cercarvi riparo, ma non di attraccare. E anche con il PD il copione si ripete. Matteo Orfini scrive la sua lettera. Non al Governo tedesco, non a Malta, ma al Presidente del Consiglio italiano:
«Gentile Presidente Conte, ormai da troppo tempo ci sono 49 persone – donne, uomini, diversi minori e almeno 3 bambini piccoli – a bordo di due navi che le hanno salvate, in attesa di un porto che le faccia sbarcare. Non hanno alcuna colpa se non quella di scappare dalla fame e dalla guerra. Altri paesi hanno già dato la disponibilità ad accoglierli. Ma urge l’individuazione di un porto più vicino e sicuro». Comincia così la lettera postata su Facebook da Orfini. L’intento è quello di ottenere la riapertura dei porti e veder concesso il permesso di attraccare alla Sea Watch e alla Sea Eye, le due navi che da giorni vacillano nelle acque del Mediterraneo. «È lei il Presidente del Consiglio. Lei, non i suoi vice. Ed è lei che oggi ha la responsabilità di scegliere. Se sceglierà di mantenere i porti chiusi, lei sarà artefice di una barbarie e sue saranno le responsabilità per la sofferenza e i pericoli che quegli esseri umani dovranno superare per giungere in porti più lontani dei nostri», ha continuato Orfini, per chiedere, in ultimo, a nome del PD, di aprire i porti per rispondere ai valori della nostra Costituzione. Quella stessa carta che imporrebbe ai Sindaci senza far troppe storie e senza “farsi pubblicità” – come direbbero gli amici delle ong tedesca Mission Lifeline – di applicare le norme votate dal Parlamento, pare, come il Decreto Sicurezza.
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Ancora nessuna replica da parte del Premier.. La nave Sea Watch 3, con a bordo 32 migranti soccorsi al largo della Libia il 22 dicembre scorso, tra cui quattro donne, quattro minori non accompagnati e tre bambini, è stata autorizzata a entrare nelle acque territoriali a Malta, dopo che l’equipe medica sulla nave ha riferito che le condizioni di salute delle persone a bordo stavano peggiorando. La Sea Eye, invece, il 30 dicembre aveva caricato a bordo 17 migranti. Un pattugliatore delle forze armate di Malta, in precedenza, aveva già tratto in salvo e portato nei propri porti 69 migranti che erano alla deriva su un barcone.
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Negli ultimi giorni le ong hanno rivolto diversi appelli agli Stati dell’Unione Europea per ottenere il permesso di sbarcare i passeggeri, ma nessuno ha dato ancora il via libera. Scrive Malta Today che fonti del governo hanno fatto sapere che Malta è impegnata in trattative con diversi altri Stati Ue “per la ridistribuzione dei migranti”, ma non è stato ancora raggiunto un accordo. “Siamo da dodici giorni in mare e le scorte si esauriranno rapidamente mentre il clima peggiora – fa sapere Sea Watch– I vari Stati dell’Ue rimpallano le proprie responsabilità, finora non abbiamo ricevuto alcun porto dover poter attraccare. Secondo noi la soluzione più auspicabile sarebbe lo sbarco a Malta, in attesa poi di una ricollocazione dei migranti in Europa”.
Chiara Feleppa
Fonti: Facebook Matteo Orfini, Malta Today, Dema-Democrazia e Autonomia