“Chi non accoglie e vota quel partito che chiude i porti anche la vigilia di Natale è un cristiano insignificante”. Sono queste la parole, pronunciate nella parrocchia di Campagnola, da don Enrico d’Ambrosio contro il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, come riportato da Il Corriere della Sera.
Omelie come comizi politici: attacchi frontali, allusioni, frasi spezzanti. La legittimazione viene dall’alto, in maniera pressoché esplicita. Qualche settimana fa Papa Francesco dalla finestra del suo studio in piazza San Pietro, al termine dell’Angelus, durante la tradizionale benedizione dei Bambinelli del presepe ha parlato in maniera del Global Compact sui migranti «E’ stato approvato a Marrakech, in Marocco, il Patto Mondiale per una Migrazione Sicura, Ordinata e Regolare – ha detto, offrendo un magistrale e acritico sostegno alla Sinistra transnazionale su un progetto che deve essere accolto, secondo il Pontefice. Papa Francesco ha parlato, come riportato da Dire, di “un Patto che intende essere un quadro di riferimento per la comunità internazionale. Auspico pertanto che essa, grazie anche a questo strumento, possa operare con responsabilità, solidarietà e compassione nei confronti di chi, per motivi diversi, ha lasciato il proprio Paese, e affido questa intenzione alle vostre preghiere”. In altre parole, ha ribadito Papa Francesco, i progetti dell’Onu in tema di migranti e la volontà della Chiesa sono un’unica cosa.
L’argomento è così nel cuore del Pontefice che è stato affrontato anche ieri, durante l’udienza privata al premier Conte. Prima di queste parole il Vaticano non aveva mancato di manifestare delusione per il mancato appoggio italiano al Global Compact on Migration siglato a Marrakesh da 164 nazioni. Un patto a cui tuttavia non hanno aderito diversi paesi – alcuni dei quali d profonde radici cristiane: Stati Uniti, la Polonia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, l’Australia, l’Austria e la Lettonia.
Molto critico contro il Governo anche Mons. Giuseppe Piemontese Vescovo di Terni che ha inviato una lettera augurale alla città in vista delle festività con riferimenti molto espliciti alla politica e al Decreto Sicurezza in particolare, come riportato dal sito della Diocesi di Terni «Quest’anno il presepe vivente, in molte parti d’Italia, non sarà una sacra rappresentazione – ha scritto – ma una drammatizzazione dal vivo perché il Decreto sicurezza, mentre è venuto incontro in alcuni punti ad aspettative legittime, ha abbandonato a se stessi e tra mille difficoltà, migliaia di immigrati di ogni colore e provenienza, che vivono nelle nostre città. E tuttavia abbiamo fiducia perché, molti uomini e donne di buona volontà, a Natale e in futuro, si faranno strumenti concreti della Provvidenza di Dio. Se vogliamo vivere un Natale vero, cristiano occorre che ciascuno si apra a sentimenti e opere di compassione, umanità, accoglienza e condivisione».
Le voci contro la politica del Governo si sono moltiplicate con l’approssimarsi dell’Avvento. A Natale, durante la Santa Messa, l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, ha apertamente condannato il governo Conte e le politiche migratorie dell’Esecutivo.“A Betlemme – ha detto durante l’omelia il giorno della Vigilia – per Maria e Giuseppe, se non ci fu posto nell’alloggio, non mancò almeno l’accoglienza in una stalla”.
Don Armando Zappolini, il parroco di Perignano in provincia di Pisa, ha allestito nella Chiesa di Santa Lucia il Presepe in un cassonetto, tra “gli scarti dell’Umanità”. Durante la Messa si si è espresso con queste parole di disprezzo verso quelli che una parte del Clero considera, e non ne fa mistero, dei “falsi cristiani”. Don Armando, anche lui, è stato chiarissimo: “Gesù quest’anno è in un cassonetto della spazzatura. Quello che mi dà più fastidio sono i cristiani quando scopro che il razzismo è più presente in coloro che frequentano la messa che nella media nazionale, mi domando allora: c’è qualcosa che non torna, abbiamo parlato troppo di cultura cattolica e il vangelo l’abbiamo lasciato da una parte. Allora al diavolo la cultura cattolica...”. E, interrogato da Repubblica, sul Ministro ha tagliato corto “A Salvini non rispondo, non ho nessuna stima di lui“.
Anche don Enrico d’Ambrosio ha usato il Presepe, ed il Bambino, per rappresentare la sua protesta: prima dell’omelia ha deposto nella culla un neonato di colore.“Siamo diventati dei cristiani insignificanti – ha detto il religioso – sono cristiani insignificanti anche quelle persone che votano quel partito che chiude i porti anche il 24 dicembre, la vigilia di Natale”. Don Enrico si riferisce a Salvini, che domenica 23 dicembre ha ribadito il “no” allo sbarco di 33 immigrati clandestini recuperati al largo della Libia dalla Ong olandese Sea Watch 3.
Fonti: Rete Valdera, Repubblica, Dire, Diocesi di Terni, Il Corriere della Sera
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