È successo a Bologna, domenica scorsa, nella parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù, zona Pontevecchio, nel quartiere Savena, durante il concerto di Natale, come riportato da Rai News. A un certo punto, il coro, anziché intonare il classico Tu scendi dalle stelle canta Bella Ciao. La locandina presentava l’evento come il ‘Concerto corale di Natale’. Ed il sottotitolo preannunciava qualcosa: ‘Serata di musica e intercultura’. E specificava: “Quattro i cori in cartellone, diretti dal maestro Michele Napolitano: Mikrokosmos (un coro multietnico), Coro ad Maiora: la bottega della voce, Coro Giovanile: bassi & Co. e Mikrokosmos dei piccoli“. Dopo i canti tradizionali natalizi, uno dei quattro cori – formato da adulti – devia dal repertorio classico. L’attacco è sottovoce, appena sussurrato ma le parole sono e restano inconfondibili: «Questa mattina, mi son svegliato, o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao. Questa mattina mi sono alzato ed ho trovato l’invasor…».
Il video si diffonde in poche ore e «Numerose segnalazioni» arrivano a Galeazzo Bignami, deputato di Forza Italia, il quale in un post su Facebook commenta: ‘A Bologna Dio ti vede, Stalin ti sente’». E scrive: «Cosa c’entra il canto simbolo della Resistenza con una rassegna natalizia in chiesa?» continuando con questo commento: «Ritengo inaccettabile che un canto di guerra partigiano (cioè di una parte) e divisivo, connotato evidentemente e notoriamente da un significato politico, venga eseguito in quel contesto e in questo momento». Galeazzo Bignami aggiunge: «Non starò qui a ricordare le decine di preti ammazzati da partigiani che intonavano quella stessa canzone che oggi il parroco pare ritenere di poter ospitare nell’ambito di una rassegna natalizia». Bignami scrive ancora: «Non va bene. Come non sarebbe andato bene se avessero cantato Faccetta nera. Il discorso vale per qualsiasi altra canzone di qualsiasi altra parte politica». E che «nessuno ci venga a parlare del fatto che si tratta di un canto della Resistenza perché, anche se qualcuno finge di non ricordarselo, da nessuna parte nella nostra Costituzione si fa riferimento a quel periodo storico».
Durante la trasmissione Quarta Repubblica condotta da Nicola Porro il Ministro Salvini, presente in studio, ha commentato: “Non riesco a capire i parroci e le maestre che cancellano il Natale …“. Porro ha commentato: “Un episodio non isolato che fa seguito al caso delle maestre che, in una scuola elementare, avevano “nascosto” la parola Gesù bambino dalla canzoncina di Natale. Sempre in nome del politicamente corretto, of course...” Giorni fa lo stesso Ministro aveva risposto a Famiglia Cristiana sul tema dell’immigrazione definendo il settimanale un “giornale politico di ultrasinistra, non cattolico…”
Per il clamore suscitato dal concerto il parroco, don Massimo Ruggiano, si dice ora «dispiaciuto». Il sacerdote precisa, come riportato da Il Resto del Carlino, di «non avere, purtroppo, potuto vedere in anticipo il programma, per cui non sapevo che cosa avrebbero cantato». Don Massimo aggiunge «È stato un errore di cui mi scuso, ma compiuto assolutamente senza alcuna intenzione provocatoria, polemica o di divisione. Le cose sono andate esattamente così, al di là delle interpretazioni che ne sono seguite. Mi dispiace del disguido». Secondo il sacerdote l’iniziativa era intesa dagli organizzatori come un canto popolare. Salva la buona fede del parroco, qualche dubbio viene su chi ha organizzato il concerto: osservando il filmato si nota in chiesa la classica e arcinota bandiera arcobaleno simbolo del mondo Lgbt. Il sacerdote poteva non conoscere la scaletta del concerto, ma la bandiera in Chiesa, posta più in alto del Cristo certamente l’ha vista anche lui.
Fonti: Facebook Galeazzo Bignami, Il Resto del Carlino, Quarta Repubblica, Rai News
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