Vauro Senesi è un “cattivo maestro” come è stato accusato di essere Oliviero Toscani, dopo gli insulti a Giorgia Meloni? Nei contenuti no. Ha idee di Sinistra, possono non piacere. Guai se sparissero o fossero messe a tacere. Ma quello che prevale, quando lo si ascolta, non sono le idee. E’ una rabbia quasi priva di pensiero, accecata. La rabbia di una Sinistra sconfitta a cui mancano strategie e capacità di rinnovarsi. Risponde ad un cliché, e questo non è mai un bene. Il leitmotiv ora è Matteo Salvini, un avversario minimo, quando invece vorremmo che l’avversario di un certo modo di fare Sinistra fosse il mondo finanziario, la perdita dei diritti fondamentali. Gettati via, questi ultimi, per avere in cambio diritto al capriccio e alle sciocchezze voluttarie, politicamente corrette. Una Sinistra in ritirata, che si consola con la difesa ad oltranza di errori tragici spacciati per diritti imprescindibili. Uno per tutti: bambini con due padri e due madri. Tragico e ridicolo.
Viene da pensare come queste conquiste siano coeve alla distruzione del Welfare, proprio mentre la Sinistra si gira dall’altra parte. Vile ed ipocrita, come spesso le è capitato di essere. Vauro è stato furioso per il Job Act, certo. Ma sul Job Act scrive e disegna vignette. Non se ne accorge nessuno. E a lui sta bene così, forse. Invece grida contro Matteo Salvini se indossa una felpa che non gli piace. E fa in modo che lo sentano tutti. Ha avuto da ridire perchè l’odiato Ministro aveva indossato quella della Polizia durante la manifestazione dell’8 dicembre a Piazza Del Popolo. L’estate scorsa un sindacalista lamentò che il Ministro aveva indossato una maglietta degli Alpini. Polemiche ridicole: un’enorme piscina fatta di nulla dove la Sinistra e dintorni nuotano da anni.
Siamo ridotti a questo: uno scrittore che si atteggia ad oracolo, piange ed insulta. E scrive di cronaca solo quando, attraverso la cronaca, può insultare quelli che odia – Roberto Saviano; un fotografo che insulta le donne e quelli che non la pensano come lui – Oliviero Toscani; un ex Presidente della Camera che se non declini al femminile sostantivi millenari si indigna – Laura Boldrini; un vignettista, il Nostro, che ha da ridire su una felpa – Vauro; un ex Lotta Continua che rimpiange Mauro Monti – Giampiero Mughini; un altro ex Lotta Continua che dinanzi ad una ragazza drogata, stuprata ed uccisa mostra riprovazione per la famiglia di lei, non per gli assassini. Simile a Mughini, in questo – Gad Lerner. C’è un ex premier che si doveva ritirare dalla politica e a cui non credono più neanche i figli – Matteo Renzi; un ex Ministro che si fa fotografare dall’Oliviero di cui sopra e paragona il fallimento di una Banca, con famiglie rovinate e suicidio, al sequestro di una carriola – Maria Elena Boschi. E non diciamo nulla di Cécile Kyenge perché a Sinistra non la considerano nulla. O forse la considerano politicamente ottusa anche loro, ma non possono dirlo.
Una settimana fa la tragedia di Corinaldo. Nessuno della Sinistra ha detto nulla, se non le condoglianze di rito. Nessuno di loro, che pur sembrano struggersi perchè non viviamo nel migliore dei mondi, quello di Sinistra, ha fatto il punto sulla tragedia. Nessuno si è posto la domanda se fosse giusto che dei bambini – perchè di bambini parliamo – morissero di notte, schiacciati dalla folla, per una personcina che si fa chiamare Sfera Ebbasta. Un’occasione per fare il punto sui nostri valori. Ma valli a coinvolgere in discorsi simili, quelli della cosiddetta Sinistra. Hanno fatto tanti e tali compromessi che sembra abbiano paura a parlare di qualsiasi cosa, tranne che di Salvini. Se sono chiamati a parlare d’altro in meno di un secondo spariscono, come gli inservienti di un magazzino quando intravedono un cliente che si aggira tra gli scomparti in cerca di informazioni. Sono almeno trent’anni che non ci capiscono più nulla. Quindi sei sul punto di rinunciare. Ti accontenti di quello che ha detto Federica Sciarelli, disgustata dai testi del cantante.
Ma ecco che a parlarne è Vauro Senesi, un uomo di Sinistra, appunto. Vauro ama vestirsi con una camicia verde che ricorda tanto l’amata Cuba. Finalmente parla di altro, in apparenza. Accade a Quarta Repubblica di Nicola Porro. Il vignettista è apparso indulgente verso i testi di Sfera Ebbasta, tirando in ballo nientemeno che Fabrizio De Andrè, Faber: “Ricordo il Bombarolo del cantautore genovese che, se la vogliamo leggere come un’apologia dell’attentato dinamitardo, ci riesce facilissimo farlo” ha detto Vauro. Ecco, ascolti questa frase e, se non è successo prima, ti cadono le braccia. E allora pensi che il problema è a monte. Perché qui non si tratta neanche di diversa opinione politica, di mancanza di idee, di rabbia fine a sé stessa: qui è la lettura della realtà ad essere viziata e distorta. Perché si pensa ad accostare Sfera Ebbasta a Dè Andrè per il piacere di polemizzare sul nulla, spacciandolo per anticonformismo d’accatto quale ultimo lascito di una Sinistra morta. E questi officianti la fanno apparire anche ridicola. Come se dalla tomba togliessero l’immagine della Cara estinta e la sostituissero nella caricatura, inutile e per nulla divertente, in cui si riconoscono.
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Fonte: L’Aria che Tira