L’importante è alludere e, se possibile, offendere. Selvaggia Lucarelli, scrittrice ed opinionista, non fa eccezione. Ogni motivo, o pretesto, è buono. Forse davvero Luigi Di Maio e il Governo Conte “vivono su un altro pianeta” come ebbe a dire il presidente dell’INPS Tito Boeri e a ripetere, con parole sue, Mario Monti, senatore a vita grazie allo spread e al Quirinale – non doveva perder tempo a farsi eleggere lui, è roba volgare, decise Napolitano – . Il lato apprezzabile di Monti è che non deve fingere di parlare d’altro se vuole criticare il Governo, mentre probabilmente sogna – una notte sì e l’altra anche – sufficiente spread per avere qualche chance di tornare. Il problema semmai è degli altri, sempre caustici verso Matteo Salvini, perchè fa molto di tendenza anche se loro, come gli altri, difficilmente prenderebbero una donna rom in casa come collaboratrice domestica, direbbe Sgarbi.
Forse anche loro vivono in un mondo a parte. Selvaggia Lucarelli è una di questi. Le accade di essere bannata da FB e corre tra gli uccellini di Twitter, pronta ad inscenare un dramma, un caso di Stato in miniatura. Perchè di teatro se ne intende. Nasce lì, Selvaggia. Il talento l’ha portata altrove.
«Volevo fare i miei sentiti complimenti a Facebook – scrive Selvaggia. Parte da lontano per assestare il colpo e capitalizzare l’inconveniente – che dopo aver bloccato un giorno Puente, una settimana la Murgia, pagine pro vaccini, eliminato post a Burioni, ora blocca me per un mese. Una politica davvero vincente. Motivo? Bah. Lì resterà solo Salvini. E avanzerà Twitter». Questo il tweet con cui ha reso pubblico il blocco ricevuto da Facebook. Una tragedia durata poco. Nel pomeriggio la Lucarelli ha chiesto ed ottenuto repentinamente lo sblocco della sua utenza. Buon per lei. Molti non hanno avuto la stessa fortuna. E’ più accorta di altri, senza ironia.
Selvaggia Lucarelli ha spiegato «Su Facebook, negli ultimi tempi, ho criticato i no vax e alcune uscite di Salvini. I no vax sono gruppi ben organizzati, sempre pronti a fare segnalazioni di massa. Nel mio caso hanno segnalato in massa un mio commento in cui ad una tizia che mi dava della bulla/poveraccia rispondevo “non sto ad elencarti il mio impegno contro il cyberbullismo perché non perdo tempo con gli scemi presuntuosi”. Questo è stato considerato un contenuto contrario alla policy di Facebook e di lì il blocco».
“A nulla è servito il fatto che il profilo di Selvaggia Lucarelli sia verificato con tanto di spunta blu” scrive a Leggo chi si strappa le vesti in suo favore; infatti lei, la influencer – un appellativo che probabilmente le piace – aggiunge: «Nemmeno quelli verificati sono tutelati, la scorsa settimana era accaduto alla Murgia, segnalata in massa dai leghisti». Selvaggia ha aggiunto: «La mancanza di un controllo umano, su Facebook, è un problema che danneggia sia gli utenti che lo stesso Facebook – prova a spiegare Selvaggia per le vie spicce – perché in tanti si stanno spassionando a un social network i cui algoritmi ormai decidono tutto, da chi devi vedere in home al fatto che tot numero di segnalazioni significano blocco automatico. È la vittoria dello squadrismo 2.0, il tutto perfettamente in linea con questo momento storico».
Purtroppo, al netto della facile letteratura per candidarsi a martire dei leghisti, non sembra sia venuto in mente a Selvaggia Lucarelli che dare della “scema presuntuosa” a qualcuno che non sia se stessa – e se lo facesse ogni giorno, come esercizio di umiltà, non non avremmo niente da dire – resta semplicemente un’ingiuria, lieve certo, ma tale rimane. Avere un nome di battesimo che sembra pensato nel cuore dell’Amazzonia non consegna ipso facto un lasciapassare per brutalità minime, con la certezza di farla franca. E’ dunque anche lei, Selvaggia, una di quelle persone secondo cui a sbagliare sono sempre gli altri? Non sembrava.
Ma al di là del litigio, e della lamentela bambinesca, retaggio di una scuola di narcisi molto frequentata da politici, influencer giornalisti della più elevata, svariata ed avariata specie, quello che colpisce sono le allusioni, le suggestioni prossime a diventare false notizie, profuse con nonchalance da Selvaggia secondo cui ad essere bannati da FB sarebbero – guarda caso – solo le persone critiche con leghisti e sovranisti vari. o comunque invisi al Governo: la Murgia, Puente, Burioni … tutti prossimi ad entrare in una prossima lista di martiri. Peccato che la cosa sia accaduta anche a Fabrizio Facci di Libero, qualche giorno fa. Non sembra un giornalista di Sinistra. Facci ha raccontato l’accaduto su Twitter: “Facebook mi impedisce di postare per trenta giorni perché nella risposta a un commento ho scritto: «Non so se sei cretina, ma un’idea, dall’uso che fai della faccette, me la faccio»”. La nostra Selvaggia si è ben guardata di annoverare Facci tra le le vittime del social network. La sua espressione non è più offensiva di quella della Lucarelli.
C’è una tale naturalezza in quello che Selvaggia dice da sembrare tutt’altro che consapevole. Forse è chiusa, anche lei, in un mondo a parte. Per un residuo di ingenuità forse, o forse perchè di ingenuità non le è rimasta neanche un residuo. E’ una tesi accennata – quanto basta da non sentirsi obbligata a fare un’affannosa inchiesta – ma neanche tanto sommessamente delineata. Selvaggia sembrava quasi pronta a lanciare un grido di allarme, ma forse si è accorta che era quasi l’ora di pranzo e ha fatto come La Fontaine quando, da ubriaco, vide la Senna e vaneggiava che voleva suicidarsi. L’acqua dev’essere fredda, disse. Torno domani. Poi le passò la sbronza.
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