Che peccato. Non è propriamente uno scenario criminale quello scoperto dal blitz della Polizia Municipale nella proprietà della famiglia Di Maio. Forse con un po’ di delusione il quotidiano Repubblica annota: “Secondo quanto riporta l’Ansa, quattro piccoli manufatti, realizzati senza permesso, sono stati accertati nel fondo di cui è comproprietario Antonio Di Maio, padre del vicepremier Luigi”. Repubblica indugia in qualche dettaglio.
Perché non si tratta propriamente uno scoop, ma meglio di niente, in attesa che la grande politica del PD faccia la sua parte. Per ora bastano i piccoli manufatti senza permesso che fanno fremere di emozione Repubblica: “Lo hanno accertato, come confermato dal sindaco di Mariglianella, Felice Di Maiolo, i vigili urbani al termine delle verifiche avviate oggi. Si tratta di piccole opere di pertinenza di una vecchia masseria come un box con la copertura in lamiera“. Un bottino piccino per un genere di indagine, strumentale e miserevole, a cui certa stampa mainstream ci ha abituati. Ed ha affossato l’Italia, da Mani Pulite in poi, con il pretesto dell’imparzialità. In realtà per favorire clientele ed interessi di parte. La loro parte.
Luigi Di Maio ha commentato da Bruxelles: “Per quello che ne so io di quello che accaduto stamattina c’è stato questo sopralluogo da parte della Municipale di Mariglianella, comune di 7 mila anime in provincia di Napoli, nella campagna di mio padre dove sono stati posti sotto sequestro dei materiali come secchi, bidoni, una carriola, dei calcinacci e un telo in plexiglass“. Ed ha aggiunto: “Si stanno facendo accertamenti sugli edifici, sono terreni di mio padre e di sua sorella che vive al nord. Tutto quello che si dovrà fare lo faranno, io sono qui“. Sul motivo del sopralluogo il vicepremier ha detto: “Ci sono stati articoli di stampa che hanno messo in evidenza alcune preoccupazioni e le autorità sono intervenute in questo caso i vigili urbani di Mariglianella, provincia di Napoli“-
La vicenda Di Maio è inevitabilmente trattata come un affare di Stato da parte dei Dem, finora del tutto disinteressati alle vicende di famiglia di un loro leader, tale Renzi: storie più o meno verosimili di beneficenza non andata a buon fine, fatture false e via discorrendo. Sì è parlato anche di un aereo, da qualche parte. Ma niente di rilevante, rispetto ai “quattro piccoli manufatti coperti con un tettuccio di lamiera” scoperti in un terreno nel Napoletano di cui parla Repubblica. Molta prudenza e senso del limite, opportunamente. Si tratta di Dem, del resto.
Ma sulla famiglia Di Maio l’atteggiamento sembra diverso. A ribadirlo è Andrea Marcucci capogruppo del PD al Senato: “Luigi Di Maio cambia versione ogni giorno, ogni ora. È confuso, contraddittorio, smemorato. Purtroppo Luigi Di Maio è il ministro del Lavoro e non si può permettere tutte le ambiguità che stanno venendo fuori sul suo conto e sul conto dell’impresa familiare (di cui è socio al 50%) riguardo proprio al tema del lavoro nero. L’esponente 5 stelle cerca di scappare, ma deve venire in Parlamento a difendersi, a fornire una versione definitiva”.
Fonti: Facebook Matteo Renzi, Facebook Andrea Marcucci, Repubblica, Ansa
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