Una famiglia criminale o quasi, degna di inchieste non meno dei Casamonica. Sono i Di Maio ormai nel vortice della stampa per la gestione dell’azienda di famiglia, la Ardima srl, da parte di Antonio Di Maio, padre del vicepremier Luigi. Secondo le Iene, nell’azienda di papà avrebbero lavorato in nero, oltre al manovale Salvatore Pizzo, altre tre persone. Mimmo, per tre anni, Giovanni, per otto mesi. Con loro anche Stefano, che “si sarebbe dato alla fuga nei campi per sfuggire ai controlli dell’Ispettorato del lavoro“. Un vero e proprio romanzo criminale, quello descritto sul conto della famiglia Di Maio. Secondo gli inviati Filippo Roma e Marco Occhipinti, le irregolarità dell’impresa edile di famiglia sarebbero molteplici e coinvolgerebbero lo stesso Luigi Di Maio che oggi ne è socio al 50%. Si parla ora anche della causa di un dipendente per farsi pagare le ore lavorate in nero: una lite giudiziaria ancora in corso, quando la società venne donata da Antonio Di Maio ai figli Luigi e Rosalba. Certo non è abbastanza per coinvolgere il Ministro, ma è solo questione di tempo. Intanto il vicepremier – accusato spesso, ironia della sorte, di non aver mai lavorato – secondo le Iene, avrebbe lavorato come muratore nell’impresa del padre. «Può esibirci i contratti dell’epoca?» le ha chiesto l’inviato Filippo Roma. E lui: «I versamenti? Sì, sicuramente, sono stato inquadrato».
La vicenda interessa molto la stampa mainstream, certo non felice di essere stata insultata dal vicepremier sulla vicenda di Virginia Raggi. Tra essi il quotidiano La Repubblica che riferisce un altro fronte legato ad alcune strutture che si trovano su un terreno appartenente al padre nel vicino comune di Mariglianella. Un terreno su cui la Municipale avrebbe avviato indagini e per i quali presto chiederà conto. Sulla tema scrive anche il Messaggero: “Oltre alle possibili irregolarità contrattuali, gravano sull’Ardima altri interrogativi: dai magazzini collocati sul terreno di famiglia a Mariglianella, sui quali domani arriveranno gli accertamenti dei vigili urbani, al mistero di una cartella Equitalia da 172mila euro che grava sulla stessa proprietà. Il padre del vicepremier non ha mai posseduto quote della ditta dove è il dominus da sempre”. Il quotidiano del costruttore edile Francesco Gaetano Caltagirone spiega: “Le quote della società ad oggi sono suddivise a metà tra Luigi Di Maio e la sorella. Diversa la situazione delle proprietà, con quattro comproprietà in immobili e nove comproprietà in particelle di terreni. È in questo quadro” scrive ancora il Messaggero “si inseriscono le richieste di Equitalia“. La storia della Ardima srl comunque sembra volta al termine: il vicepremier avrebbe deciso di chiudere l’azienda di famiglia, accogliendo l’invito del Fatto Quotidiano: “L’utile della Ardima Srl è stato di 10 mila euro, 5 mila a testa per i due fratelli. Non distribuiti. Un vicepremier votato da 11 milioni di italiani può farne tranquillamente a meno“.
https://www.facebook.com/leiene/videos/1950345845050652/
Fonti: Le Iene, Repubblica, Il Messaggero