Il calo delle vocazioni e pochi fedeli stanno mettendo in crisi la Chiesa.
In un Paese come l’Italia, che anche sede del Vaticano, la religione ha sempre avuto un ruolo importante. La figura del prete è sempre stata una di quelle che nei paesi e nei quartieri delle grandi città da tenere come riferimento. Purtroppo oggi sembra non essere più così, visto che c’è una crisi delle vocazioni, tanto da non poter garantire nemmeno le messe domenicali. A dirlo è il vescovo di Ferrara Gian Carlo Perego che in una lettera si mostra preoccupato per il fatto che appunto ci siano sempre meno sacerdoti. “Da anni stiamo assistendo alla continua diminuzione di vocazioni e, conseguentemente, di presbiteri che possano presiedere l’Eucaristia. Si è cercato di fare fronte a questa oggettiva difficoltà cercando di rivedere il numero di Messe celebrate in ogni chiesa per assicurare a tutte le comunità almeno una Messa festiva. Vediamo che, purtroppo, questa strada non è più sufficiente. Siamo chiamati, quindi, ad operare nuove scelte che permettano ai fedeli di radunarsi alla domenica per lodare il Signore, ascoltare la sua Parola di salvezza e dare la possibilità di accostarsi alla Comunione” ha detto monsignor Perego. Addirittura, se si è impossibilitati ad andare a Messa, si invitano i fedeli a praticare la liturgia in un altro luogo sacro: “se per la mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica, si raccomanda vivamente che i fedeli prendano parte alla liturgia della Parola, se ve n’è qualcuna nella chiesa parrocchiale o in un altro luogo sacro” prosegue il prelato.
Calo dei fedeli, è colpa del Papa?
Se da una parte mancano preti, dall’altra però non ci sono fedeli. O meglio: sono in diminuzione. A dirlo i dati Istat: fino a pochi anni fa, infatti, un italiano su 3 andava almeno una volta in Chiesa, poi il numero è sceso da uno su quattro, passando dal 33% al 27,5%. Anche il numero di chi va sempre a messa è diminuito: si è passati dal 44,2% al 32,7%. Cresce in maniera costante coloro che non mettono mai piede in un luogo di culto, siano chiese, ma anche sinagoghe o altro: si è passati dall’11,8% al 18,9%. Il gruppo che meno li frequenta è quello dei giovanissimi dai 18 ai 24 anni (-30%) così come tra gli adulti tra i 55 e i 59 anni (-30% anche per loro). Resiste lo zoccolo duro degli anziani, abituati per età e tradizione a considerare la religione come una parte fondamentale della vita. Il 40% di loro va a messa, così come il 25% tra i 45 e i 60 anni. Solo il 15% tra i giovanissimi tra i 18 e i 29 anni si reca in un luogo di culto.
Qualcuno dice che la colpa di un simile calo sia di Papa Francesco, un pontefice troppo aperto e troppo liberare per una chiesa abituata ad essere conservatrice.
Fonte: Diocesi di Ferrara, Dati Istat
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