Oltre 244mila persone hanno bloccato le strade per contestare gli aumenti di carburante voluti dal presidente Emmanuel Macron.
I “gilet gialli”, manifestanti chiamati così perché usano gli indumenti obbligatori per le soste in emergenza, hanno avviato in Francia la protesta per l’aumento del prezzo dei carburanti. A Pont-de Bueauvoisin, nell’Isere, in Savoia, una donna di 50 anni che stava portando sua figlia in ospedale ha investito una delle manifestanti, come riportato dall’Ansa. La causa scatenante è stato il panico provocato all’automobilista da tutte le persone urlanti che circondavano l’auto per impedirle di passare. Il blocco stradale non era stato comunicato alla prefettura e così, oltre alla donna morta, ci sono stati anche altre 106 persone ferite, di cui cinque in gravi condizioni. La polizia ha fermato 52 persone e ne ha arrestate 38.
A Parigi, invece, il movimento dei “giubbotti gialli” ha bloccato gli Champs Elysees al grido di «Macron dimettiti!» e intonando la Marsigliese. Il corteo era diretto proprio all’Eliseo, sede del presidente, quando è stato fermato dalla polizia, come riportato da Il Sole 24 Ore. Il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, ha disposto il massimo livello di allerta e ha chiesto ai manifestanti «di prendere tutte le misure di prevenzione e sicurezza». Ma sono già molti gli incidenti registrati in tutta la Francia tra automobilisti e manifestanti.
Gilet Gialli bloccano il traffico a Parigi: perché protestano?
La protesta dei gilet gialli è stata innescata sui social da alcune persone decisamente arrabbiate per l’aumento dei prezzi dei carburanti voluto da Macron: a partire dal primo gennaio prossimo, infatti, le tasse sul gasolio dovrebbero aumentare di 6,5 centesimi al litro e quelle della benzina di 2,9 centesimi. Dal movimento dei singoli cittadini su Facebook la protesta si è estesa ad un’ampia fetta della popolazione francese, che è scesa in strada per far sentire la propria voce, in un maniera che si sta dimostrando altamente pericolosa.
Alessandra Curcio
Fonti: Ansa, Il Sole 24 Ore