Non ci sarà alcun incontro tra il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e il premier Giuseppe Conte la prossima settimana per sciogliere il nodo della Manovra economica, che si avvia verso una bocciatura da parte di Bruxelles. Lo conferma un portavoce dell’esecutivo comunitario. Gli esiti sembrano ormai scontati, con la tensione tra Bruxelles e il Governo italiano già in atto rima ancora del giuramento formale dell’esecutivo, nel giugno scorso. Ad ottobre l’anticamera di quella che sembra a tutti gli effetti una resa dei conti: già a poche ore dall’invio da parte dell’Italia del Draft Budgetary Plan 2019, il documento che riassume le principali misure del Governo nella Legge di Bilancio. Juncker si espresse con parole inequivocabili, come riportato dall’Ansa: “Se lo accettassimo alcuni Paesi ci coprirebbero di ingiurie e invettive con l’accusa di essere troppo flessibili con l’Italia” disse.
E un colpo definitivo alla Manovra potrebbe arrivare dal Presidente Sergio Mattarella. I consiglieri affermano, significativamente, che nulla è scontato riguardo alla firma presidenziale sulla Legge di Bilancio. L’indiscrezione del Sole 24 Ore dipinge uno scenario fosco, con il Governo spinto da Quirinale e Bruxelles verso una strettoia da cui potrebbe non uscire indenne. Senza la firma si rischierebbe infatti l’esercizio provvisorio di bilancio con altri rischi per la stabilità finanziaria dopo un periodo non facile. Ma sopratutto, osserva il quotidiano di Confindustria: “si produrrebbe pure una ferita istituzionale con uno strappo senza precedenti con Governo e Parlamento. Dall’altra parte, però, il capo dello Stato non potrà fare finta di niente di fronte a palesi o “deliberate” violazioni degli accordi europei”. Ora, scrive il Sole, quello a Mattarella “compete vigilare se gli articoli che lui stesso aveva evocato desalinization di questo percorso vengano o no violati: l’art. 97 che cita espressamente gli accordi con l’Ue e l’articolo 81 che nel 2012 fu riformato per incorporare il six pack e il pareggio di bilancio in Costituzione”. Una decisione, quella del Quirinale, che avrebbe tra gli altri effetti quello di gettare discredito sull’operato dell’Esecutivo dinanzi alle stesse autorità europee, sottoscrivendo clamorosamente tutti i rimbrotti della Commissione e di Juncker verso il Governo.
Quello di ottobre con Juncker fu l’ennesimo colloquio risentito tra Roma e Bruxelles, tra accuse di “fascismo” rivolte all’Italia e repliche non meno pesanti da parte dell’Esecutivo. Tra queste il riferimento al fatto che il Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker avrebbe seri problemi di alcolismo Un mito o meglio una notizia falsa, secondo molti giornali maistream che accettano di buon grado pettegolezzi su altri politici, per anni, e fanno diventare le notizie non verificate se non verità almeno contesto implicito.
Ma guai ad alludere in maniera politicamente scorretta agli alti funzionari di Bruxelles. Se il Presidente della Commissione faticava a scendere le scale al vertice Nato di luglio, barcollando paurosamente ecco che a soccorrerlo c’è la versione ufficiale: sciatica. Ma rimase l’impressione della mezza verità. E’ giusto dare alla diplomazia – e alle scuse diplomatiche – lo spazio che meritano, ma solo quello. Il problema sono spesso le immagini, e le parole, che non sempre possono essere corrette successivamente da un entourage sotto pressione per evitare incidenti diplomatici. L’estate scorsa il Corriere della Sera criticava il Ministro Matteo Salvini – e il suo team – per le pesanti allusioni all’ubriachezza di Juncker rilasciate ad arte, sottolineava il Corriere, per implementare ricerche di quel filmato così imbarazzante. Ma il problema era semmai a monte: per una diceria certo non nata a Roma o a Milano e per una serie di situazioni stravaganti che vedevano protagonista proprio Juncker. A immagini e filmati capaci di dare credibilità alla diceria se ne aggiunge un altro. In questo il Presidente Juncker, grazie ad una funzionaria di Bruxelles, realizza di aver calzato scarpe di differenti colori e, mestamente, si allontana a passo incerto dietro le quinte per rimediare all’incidente.
https://www.facebook.com/VofEurope/videos/2269984946556880/
Potrebbe essere solo distrazione, certo, ma anche questa ha il suo prezzo, sopratutto se avviene in un contesto e verso una persona nei confronti della quale le sopracciglia si sono giù sollevate in passato. Ci attendono scuse e versioni ufficiali, ora. E intanto anche il Corriere della Sera, che faceva lezioni di bon ton a Salvini non rinuncia a rilanciare la “diceria” riproponendo il filmato di Juncker con due scarpe diverse. La morale sempre, l’eleganza fino a quando fa comodo.
Fonti: Ansa, Il Sole 24 Ore