Lilli Gruber, giornalista e conduttrice di Otto e Mezzo su La 7, potrebbe essere la nuova candidata del PD alle prossime elezioni europee.
Matteo Renzi potrebbe candidare dopo Rula Jebreal anche Lilli Gruber alle prossime elezioni europee per il PD? In realtà l’ex segretario del partito non ha detto nulla in tal senso, è stato invece Adriano Sofri a proporre l’ex giornalista del Tg1 come un esempio virtuoso per le prossime europee del 2019.
Lilli Gruber, per Sofri la scelta migliore
Sofri racconta a Il Foglio di aver visto la Gruber da Fabio Fazio a “Che Tempo che fa” e di essere convinto del fatto che non ci sia candidata migliore di lei: “Penso che non ci siano candidati migliori di lei a guidare un vasto schieramento europeista e democratico alle elezioni europee. Mi pare che un’alternativa ai nazionalismi illiberali e demagogici non possa venire che da una ispirazione europea, tanto più in Italia, dove i partiti un tempo popolari hanno toccato il fondo della mortificazione”. Secondo Sofri la giornalista rappresenta quei professionisti che potrebbero impegnarsi per la causa perché “l’impegno a sollecitare e costruire quell’alternativa debba raccogliere donne e uomini d’Europa amanti della libertà e della giustizia e disinteressati a qualsiasi propria partecipazione al potere politico e dunque a qualsiasi candidatura: paghi della propria arte, del proprio mestiere, della propria professione, e in pensiero per il destino comune, per chi sia spogliato di arte e professione e mestiere, per la minaccia alle libertà, alla salute del pianeta, alla pace, all’intelligenza delle generazioni a venire”.
Sofri dice che “Conosce il mondo e le sue lingue. L’Europa, di cui è stata buona parlamentare. L’altra sponda del Mediterraneo e il medio oriente, in cui è stata inviata ed efficace scrittrice. Ha una vastissima esperienza di figurine pubbliche, che per anni ha convocato alla sua tavola tenendo più o meno a bada la propria competenza mediamente molto superiore alla loro. Ha una tenacia ammirevole, come poche altre personalità pubbliche, Emma Bonino per esempio, cui nuoce il suo stesso pregio, di trovarsi coerentemente dalla stessa parte da un’intera vita. Ha avuto, se non sbaglio, un’attenzione scrupolosa alla propria moralità quanto al denaro pubblico – in altri campi nessuno può mettere il naso. Ha per tutte queste ragioni una popolarità vasta e non demagogica. Da candidata europea nel 2004 fece il pieno dei voti in ambedue le circoscrizioni in cui si era presentata. Se ne dimise nel 2008 per nostalgia del giornalismo, la sua vocazione. Forse è il momento di fare la strada inversa”.
Insomma, una serie di lodi sperticate, anche se- precisa Sofri – “non sono suo amico, e non ho il minimo desiderio di essere invitato al suo programma. Non ho nemmeno il diritto di voto e mi guardo dal riaverlo: sono personalmente disinteressato, appunto, dunque non devo sistemarmi e sono angosciato dai tempi che corrono”.
Fonte: Il Foglio