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“Un colpo in testa se qualcuno entra in casa? Giusto così”

La nuova legge sulla Legittima difesa è stata approvata dal Senato, ora il testo deve passare alla Camera. Il provvedimento – passato con 195 voti favorevoli, 52 contrari e un astenuto – è stato approvato ai voti della maggioranza Lega-M5s con i senatori di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Contrari ovviamente PD e Liberi e Uguali.


Le principali novità:  modificando l’articolo 52 del codice penale, con la nuova legge si riconosce appunto come legittima la difesa “se taluno legittimamente presente nell’abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi” e “usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o la altrui incolumità, i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione“. In sostanza, non è necessario che il ladro abbia un’arma in mano, ma è sufficiente la sola minaccia anche se non è rivolta espressamente alla persona, come riportato dall’Agi.

L’articolo 2 della riforma modifica anche l’articolo 55 del codice penale, che parla dell'”eccesso colposo“, ovvero si chi si è difeso in preda ad un grave turbamento dovuto alla situazione di pericolo, non è punibile.  Un’altra modifica è introdotta con l’articolo 3, che prevede la sospensione condizionale della pena solo dopo aver risarcito la persona offesa. Le pene inoltre saranno più severe per la violazione di domicilio – innalzata a 4 anni –  e di furto in appartamento, innalzata fino a 7 anni di carcere. Inasprite anche le sanzioni fino a 2500 euro  e aumentano gli anni da scontare per rapina, fino a 7.

Chi inoltre si è legittimamente difeso non ha responsabilità civili: l’autore del gesto, se assolto in sede penale, non deve risarcire il danno in sede civile e al danneggiato – solo in caso di eccesso colposo – è riconosciuta l’indennità, calcolata dal giudice a seconda della gravità e del grado di responsabilità del danneggiato nella vicenda.
Infine, vengono estese le norme sul gratuito patrocinio a favore della persona nei cui confronti è stata disposta l’archiviazione o il proscioglimento o il non luogo a procedere in caso di legittima difesa o eccesso colposo. Lo Stato potrà comunque chiedere le spese anticipate, qualora avvenga la riapertura delle indagini o la revoca del proscioglimento e la persona sia poi condannata in via definitiva.
La nuova riforma prevede poi che i processi per omicidio colposo e lesioni personali colpose abbiano la priorità.

Un altro successo del vice premier Matteo Salvini, anche se la nuova legge – se dovesse passare anche alla Camera e quindi diventare effettiva – porta con sé dei dubbi. Scrivono Paolo Becchi e Giuseppe Palma “se la nuova disposizione fosse approvata, si potrà invocare la legittima difesa anche se chi entra in casa minaccia di sparare senza la necessità di aspettare che punti la pistola, né sarà necessario che chi si difenda si accorga che il malintenzionato abbia con sé l’ arma: la minaccia di voler attentare alla incolumità fisica e alla vita giustificherà la legittima difesa”. Questo, secondo l’accademico e l’avvocato rischia di: “rendere più difficile al pm la costruzione dell’ impianto accusatorio per chi si è legittimamente difeso, ma non possiamo negare che c’ è il rischio concreto di creare seri problemi non solo nelle aule di tribunale, ma anche in punto di diritto per quel che riguarda i principi generali dell’ ordinamento penale”.

A questi dubbi ha in realtà risposto il giornalista Vittorio Feltri, che è stato molto preciso e categorico su Libero: “Il domicilio va considerato inviolabile, punto e basta. Chiunque lo vìoli con qualsivoglia intenzione, di norma cattiva, merita di subire la mia reazione comunque avvenga: una bottigliata in testa, una coltellata oppure una pistolettata. L’intruso non va sottoposto a un interrogatorio allo scopo di capire se mi vuole fare del male o derubare: innanzitutto gli sparo e poi discutiamo. Nella mia dimora non deve irrompere, fine della discussione. Se lo fa e io gli tiro in fronte si tratta per lui di un incidente sul lavoro, quello del grassatore”. E conclude: “La legge che si sta per varare è obbligata a tenere conto del fatto che trovarsi un farabutto tra le mura domestiche senza sapere il motivo che lo ha indotto a sfondare l’uscio della mia proprietà, provoca paura e apprensione, per cui non può essere considerato un reato la risposta dell’aggredito, sebbene essa sia sproporzionata alla minaccia percepita. Tutto il resto è chiacchiera vana e gratuita”.

Fonti: Agi, Libero

Pubblicato da
Valentina Colmi

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