Emmanuel Macron ha l’aria del bravo ragazzo: biondo, con gli occhi azzurri, sposato con la professoressa del liceo più grande di lui di 20 anni e soprattutto è un prodigio, visto che è diventato Presidente a neanche 40 anni.
Attaccare al Sarraj significa pertanto attaccare l’Italia, anche se è Haftar a compiere le operazioni. L’Eni, che è in Libia dal 1959 e ha concessioni fino al 2042 per il petrolio e al 2047 per il gas, vive comunque una situazione non sicura, visto che alcune settimane fa una nave dell’Eni aveva evacuato diversi tecnici italiani impiegati nel terminal e nei pozzi di Mellitah, come riportato da Il Gazzettino, segno che la situazione è molto critica, anche per le circa 50 aziende italiane che operano in e con la Libia e che creano un indotto da 60mila dipendenti.
La Francia in realtà ha cominciato già da tempo ad acquistare terreno – data la situazione di Eni – acquisendo come Total il 16% della concessione Waha, comprata dagli americani di Marathon Oil. L’acquisto, per 450 milioni di dollari, potrebbe permettere ai francesi di produttore 400mila barili di petrolio al giorno (il record Eni è del 2017 a 384 mila barili giornalieri). Nel frattempo, c’è qualcuno che in “casa” non appoggerebbe Eni, ma Total e questo qualcuno è Matteo Renzi che si è detto abbia sponsorizzato il tradizionale appuntamento della Leopolda a Firenze tramite il colosso francese. L’ipotesi è stata smentita da un comunicato stampa diramato dall’ufficio stampa della Leopolda: «In riferimento a quanto scritto dal sito Voxnews.info e da altri portali su presunti finanziamenti di aziende petrolifere, il Comitato organizzatore della Leopolda 9 chiarisce quanto segue: a) che la notizia di presunti finanziamenti è una gigantesca e ridicola bufala, nessun finanziamento arriva né da Total né da altri soggetti legati al petrolio, né da soggetti francesi; b) che chiunque lo affermi e diffonda tale falsità ne risponderà davanti al tribunale di Firenze; c) che il conseguente risarcimento verrà destinato, quello sì, al finanziamento della Leopolda».
Per la cronaca l’emendamento di cui parla Taormina è quello relativo alla Legge di Stabilità, approvato all’ultimo momento nel dicembre del 2014, con il quale si dava il via libera al progetto di estrazione di petrolio Tempa Rossa, un’opera fortemente contestata dalla associazioni ambientaliste ma sulla quale Gianluca Gemelli- tra l’altro compagno della stessa Guidi – aveva forti interessi.
Fonti: Facebook Carlo Taormina, Panorama, Il Gazzettino, Repubblica
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