Tito Boeri, presidente dell’Inps, non ha molta simpatia per il Governo 5 Stelle-Lega, prova ne è che il vice premier Matteo Salvini lo ha invitato a dimettersi e che persino all’interno dell’Istituto Previdenziale lo accusino di usare il suo potere per fare “sparate” politiche.
Una cosa che Boeri ha sempre difeso è la legge Fornero, che invece è stata abolita dall’attuale esecutivo a favore della quota 100, ovvero il fatto di andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Il numero 1 dell’Inps ha spiegato che andare in pensione in anticipo rispetto ai 67 anni potrebbe significare a rinunciare al 21% dell’assegno a cui si avrebbe avuto diritto cinque anni dopo. Secondo Boeri, infatti, esiste un allarme sui costi che questo nuovo sistema previdenziale potrebbe causare: 140 miliardi in 10 anni, mentre nel primo anno ci sarebbe una maggiore spesa di 7 miliardi, che salirebbe a 11,5 miliardi nel 2010 e a 17 miliardi nel 2021.
Per esempio un dipendente pubblico che percepisce circa 40mila euro lordi all’anno e una pensione di 30mila euro in uscita nel 2019, dovrà rinunciare a circa 500 euro al mese lordi che si sarebbero percepiti se fosse andato in pensione a 67 anni. “Se il calcolo è interamente retributivo fino al 2011 e poi contributivo”. In sostanza, a 67 anni l’ipotetico dipendente pubblico sarebbe andato in pensione con 36.500 euro e con 5 anni di contributi in più versati.
Gli interventi del Governo potrebbero poi costare 140 miliardi in più in 10 anni; i costi maggiori sarebbero legati appunto alla quota 100, all’opzione donna e alla proroga dell’Ape sociale. Andare in pensione prima non rispecchierebbe l’aspettativa di vita e questo potrebbe comportare fino al 2046 un costo di circa 400 miliardi, mentre solo dagli anni successivi ci saranno dei risparmi.
I 5 Stelle – fautori principali di questa riforma – però non ci stanno e con il deputato Davide Tripiedi si scagliano contro il presidente Inps, accusandolo di fare politica anche nell’uso dei termini. Il deputato accusa in particolare Boeri di rivolgersi a coloro che percepiranno una pensione come di “elettori” lasciando intendere che l’abolizione della Fornero sia dovuta principalmente a ragioni elettorali.
Boeri ha comunque ribadito il fatto che si tratti di una manovra “devastante per i conti” e che ci sarebbero dei dubbi sui tagli alle pensioni alte per via dell’incostituzionalità di una simile manovra (oltre al poco risparmio che si otterrebbe, un miliardo ogni 3 anni). Infine si è espresso sul condono contributivo, come riportato dall’Agi, ovvero la possibilità di rimettersi in pari con i pagamenti delle cartelle esattoriali non pagate nei tempi previsti: “Il condono contributivo, a differenza di condono fiscale ha un doppio effetto, non solo negativo sulla raccolta contributiva ma immediatamente anche un effetto sulla spesa e un effetto devastante sui conti del nostro istituto. Già per il fatto che se ne sia parlato abbiamo avuto una riscossione inferiore a quella che ci aspettavamo”.
Fonti: Agi, Il Fatto Quotidiano
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