“Ci riprendiamo l’Italia” ma Matteo Renzi affonda: cosa dicono i sondaggi

Il politico diventa uomo di Stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni.” Così diceva il Primo Ministro Inglese Winston Churchill. E questa frase non ci può che far tornare alla mente Matteo Renzi, che proprio a causa di un’elezione – quella del 4 marzo scorso – ha dovuto fare fagotto e ritirarsi dietro le quinte. Quinte da cui lui spesso a dir la verità esce per tentare di riconquistare il palcoscenico: d’altronde non si spiegherà come da attore protagonista sia diventato un comprimario da relegare nelle seconde file.

E non lo diciamo noi, ma i fatti, e ancor di più dei fatti i numeri, perché mentre i primi possono mentire ed essere manipolati secondo la propria verità, i secondi sono incontrovertibili. Il “maleducato di talento” – così lo aveva definito l’ex direttore de Il Corriere Ferruccio De Bortoli – è in caduta libera e se non avrà un paracadute si schianterà facendosi molto male.

Secondo infatti gli ultimi sondaggi proposti da Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos, durante la puntata di DiMartedì del 16 ottobre, è emerso un quadro inquietante. Il campione doveva rispondere ad una semplice domanda: “Tra questi possibili leader, il Pd deve ripartire da…?”. Primo è arrivato Paolo Gentiloni con l’11%, poi Nicola Zingaretti al 9%, al 5% Marco Minniti, Carlo Calenda e lo stesso Matteo Renzi. Insomma, una debacle visto che ai tempi d’oro “Renzie” godeva di consensi bulgari. La cosa che più colpisce però è la percentuale degli indecisi: ben il 61% infatti ha risposto che “Nessuno di questi, non sa, non indica”.

Nella stessa puntata Massimo Franco del Corriere della Sera ha posto delle domande proprio a Renzi, che era presente in studio: “Nell’agosto scorso lei senatore fece un tweet in cui diceva questo governo non arriverà a Capodanno e presto richiameranno noi”, aggiungendo poi: A conti fatti, la sua non sarà stata una valutazione troppo frettolosa dopo le elezioni del 4 marzo?”. L’ex Premier a questo punto si è inalberato dicendo a Franco che quella era una grossa “balla”: “Franco sta dicendo una balla. Se mi dimostra che quel tweet esiste, sono disposto a chiedergli scusa”.

Effettivamente pare che Renzi avesse ragione, visto che effettivamente quel tweet non l’ha mai scritto, però, c’è un “però”. Il conduttore Giovanni Floris è intervenuto ricordando una diretta Facebook dell’8 agosto in cui Renzi, prima delle vacanze estive, ha pronunciato queste parole: “A settembre-ottobre ne vedremo delle belle […] Al ritorno avremo molte cose da fare e le faremo col sorriso perché non lasceremo mai che questo paese sia dominato dall’odio e dalla rabbia. Lo faremo con la consapevolezza che questo governo si sta occupando purtroppo più degli spot elettorali che della sostanza e che quindi, tra un po’, toccherà di nuovo a noi”. Renzi effettivamente non ha mai detto che il Governo sarebbe caduto a fine anno, ma ha parlato in toni vaghi, facendo pensare che l’esecutivo avrebbe avuto vita breve, tanto che molti giornali avevano ripreso le sue dichiarazioni interpretandole in questo modo.

Che dire? Massimo Franco avrà fatto confusione, ma Renzi ha cercato di predire il futuro e non ci è riuscito. Dicono che il suo documentario su Firenze sia bellissimo: non sarà il caso di voltare pagina?

https://www.facebook.com/Leggilo.org/posts/983511228523487?__xts__[0]=68.ARDL7PqovrxJnkFtuhwechKLVfQC_yScbwEUqW0w1TV9Wh-VIlSNlZtYlK6-PLi81PzrOnNl1IFWG0A5tQ7TCEYpxkbSPivcBCtpoyHsZSbFkIVY2a6SuNaMs2_w0jpJMEFhFaqW1xbqRtEmq04derzM-PfZe4xCwb0xG8mcdIeo2rdTw78Q810jWdG-kvlIfo9AEFbRdQ2LsvJjnX5t73_v&__tn__=-R

Fonti: Twitter Matteo Renzi, Di Martedì

Gestione cookie