“Matteo Renzi e Paolo Gentiloni stavano preparando una finanziaria da incubo”

Stefano Fassina, economista e appartenente a Liberi e Uguali, è intervenuto nel programma di La7 “Omnibus” e ha parlato delle politiche che questo Governo sta attuando, a partire dalla più discussa, la manovra economica. Si tratta di un pensiero più accomodante, rispetto per esempio alle previsioni catastrofiste che ha scritto Renzi su Facebook, dove l’ex Premier ha ipotizzato che faremo la fine del Venezuela: “Hanno vinto promettendo al Sud il Reddito di Cittadinanza. Oggi scoprono di non avere soldi, nonostante il deficit al 2.4%. Faranno un debito di cittadinanza: piccole elemosine controllate dal Governo, puro voto di scambio come ai tempi della Prima Repubblica, tutto sulle spalle della prossima generazione”.


Fassina, forte del suo mestiere, ha detto che con le politiche economiche proposte da Renzi e Gentiloni il Paese si sarebbe fermato: “Gli obiettivi ereditati dal Governo Renzi e dal Governo Gentiloni se fossero praticati porterebbero il Paese in stagnazione. Il pareggio di bilancio per il 2020 e lo 0,8% previsto per l’anno prossimo se fossero praticati porterebbero ad una stagnazione e a un ulteriore aumento della disoccupazione. Si fa una discussione come se in questi 20 anni il popolo avesse goduto, come se fossero state fatte manovre che hanno ridotto il debito e hanno sostenuto lo sviluppo”.

Si critica insomma chi ci governa senza ricordare i fatti precedenti. Continua infatti Fassina: “Vorrei ricordare che il governo Berlusconi prima di andare via nel 2011 ha fatto una manovra di 40 miliardi alla quale si è aggiunta un’altra manovra di 20 miliardi del governo Monti. Il risultato è stato che il deficit è aumentato e che il debito pubblico nel triennio 2011-2012-2013 è aumentato di 12 punti percentuali”.

Pare quindi che Fassina non pensi che la manovra sia completamente sbagliata: “Serve forzare quell’obbiettivo di deficit per dare ossigeno all’economia reale, alle piccole imprese, agli artigiani , ai commercianti e all’occupazione“. Secondo il deputato questa discussione sul Def è “soltanto uno scontro politico perché quando leggo gli editoriali di chi mi dice che bisogna fare austerità e non si rende conto che proprio a causa dell’austerità è aumentato il debito pubblico”. E il famoso 2,4% raggiunto dal Governo, per Fassina non è così scandaloso (per altro Renzi aveva proposto il 2,9% per cinque anni): “Questo 2,4% considerato così eversivo è inferiore alla media dei deficit degli ultimi 4 anni della scorsa legislatura. La media è stata 2,6%, è uno scontro politico rispetto alla necessità di cambiare linea: da una linea liberista che non ha funzionato ad una keynesiana fondata sugli investimenti. Chi vuole ridurre il debito pubblico deve puntare sulla crescita”.

Fonti: Omnibus, Facebook Matteo Renzi

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