Una gaffe clamorosa passata inosservata, o quasi ci riferiamo alle parole dell’ex premier Matteo Renzi in riferimento ai funerali per le vittime del Ponte Morandi “Questi – ha detto il senatore con ferimento al Governo – Hanno organizzato la ola al funerale di Stato, che sembrava una roba da Curva Sud”. Renzi, insieme al giornalista del Fatto Qutotidiano Antonio Padellaro si trovava ad 8 e Mezzo, su La 7. Padellaro ha capito immediatamente l’enormità di quella frase: “Non posso farle passare questo. Forse sta andando un po’ oltre”. Ma Renzi ha tenuto il punto: “Nei minuti successivi all’inizio del funerale, quando ancora non c’era stata la prima lettura o il Salmo responsoriale, tutti i direttori di giornale sono stati raggiunti dall’sms dell’ingegnere Rocco Casalino, portavoce del presidente del Consiglio, che diceva di sottolineare i fischi al Pd, cioè a Pinotti e a Martina, e le standing ovation a Salvini e a Di Maio. Questo modo di concepire il giornalismo mi ripugna. E’ un cialtrone colui il quale strumentalizza un dolore vero e reale”. “Sì, ma stia attento” – ha commentato Padellaro – “Dire che la folla seguiva le indicazioni di Casalino è grave”. Era falso, ovviamente. Ma coerente con la strategia comunicativa della Sinistra, indicare le presunte fakenews degli avversari – o di chiunque infastidisce la loro propaganda – per diffondere le loro e farle certificare come verità dalla stampa amica. O se proprio l’enormità è indifendibile fare in modo che non se ne parli troppo. Un’offesa pura e semplice, quella di Renzi, una smargiassata che viene in mente quando il portavoce del Governo è oggetto dell’ennesima polemica. Nei giorni scorsi Casalino aveva “sconvolto” il PD a causa si un’audio privato il cui il portavoce del la prende con tecnici del Mef.
Ne è nata un’istruttoria per capire se le parole utilizzate nell’audio “siano pertinenti, continenti e compatibili” con l’attività professionale. Di coloro che hanno diffuso l’audio – violando così anche l’etica giornalistica – non si sa nulla. Le solite cose all’italiana, insomma.
Casalino era già finto nell’occhio del ciclone per il suo stipendio grazie ad un presunto scoop de L’Espresso: 169 mila euro lordi all’anno più del Primo Ministro Conte si ferma a 114 mila lordi. Casalino si è difeso così: “Non ho deciso io il mio stipendio: io prendo il compenso previsto per il mio ruolo. Non è un problema se si dovesse rivedere la cifra”. In realtà, come fa notare Affaritaliani si tratta di un falso scoop: ”
“Vai a leggere incuriosito e scopri che in realtà il capo ufficio stampa del presidente del Consiglio porta a casa solo 169 mila euro lordi -esattamente quanto il suo predecessore Filippo Sensi già portavoce di Matteo Renzi, risollevatosi economicamente ora che si è fatto eleggere onorevole e bighellona in Transatlantico – ossia una novantina netti, in pratica lo stipendio di un project manager della Nutella o del direttore di un giornale locale: per i direttori nazionali, i De Bortoli, i Belpietro, i Napoletano, è emersa in passato l’evidenza di stipendi da un milione e mezzo l’anno, e non farà eccezione il direttore dello stesso Espresso“.
Alle sventure di Casalino un nuovo capitolo si è aggiunto in questi giorni: un altro audio, sempre diffuso dai media, racconta di un Casalino infuriato perché il crollo del ponte Morandi a Genova gli avrebbe fatto saltare il Ferragosto, come riportato da LaPresse: “Basta – diceva Casalino ai cronisti in un passaggio del messaggio audio – non mi stressate la vita. Io ho pure diritto a farmi magari un paio di giorni, che già mi è saltato Ferragosto, Santo Stefano, San Rocco, Santo Cristo. Mi chiamate come pazzi”. Il portavoce del Governo si è scusato: “Sento di dover chiedere scusa per l’effetto prodotto da un mio audio privato finito sui giornali. Nelle mie parole non c’è mai stata la volontà di offendere le vittime di Genova. Offende, invece, l’uso strumentale che alcuni giornali stanno facendo di questa tragedia”. Matteo Renzi, invece, per la gaffe contro i Genovesi su La 7 non si è scusato, del resto nessuno o quasi si è indignato. Per Casalino invece, ancora una volta messo in mezzo grazie ad un audio privato, l’indignazione è molta. Il segretario del PD, Maurizio Martina, chiede che Casalino sia sollevato dal suo incarico, sostenendo che ogni minuto che passa senza che Casalino presenti le proprie dimissioni è un’offesa per Genova e i genovesi. È della stessa opinione Renzi che lancia l’hashtag #RoccoVergogna.
Fonti: Otto e mezzo, Affari Italiani, LaPresse
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