Saviano e l’arresto del sindaco di Locri per immigrazione clandestina: “E’ stata disobbedienza civile”

Roberto Saviano se la prende con tutto e con tutti, questa volta. Non solo Matteo Salvini – che per lui è il minimo sindacale. L’autore di Gomorra – almeno di quella parte del libro non oggetto di plagio a scapito di altri autori – infierisce contro un PD moribondo, contro la legge Bossi-Fini, perfino contro il Def che pure sembra dare qualche sostegno ai giovani dell’amato Sud. Ma è il Def di questo Governo, quindi deve essere criticato. Motivo di tanta rabbia è l’arresto di Mimmo Lucano, sindaco di Riace, paese indicato dallo stesso Saviano come modello di integrazione. Il primo cittadino è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un provvedimento che Saviano ha vissuto come uno schiaffo, a lui e ai suoi pensieri. Replica quindi con un’invettiva delle sue: molte parole che cacciano via i pensieri, perchè di ragionamenti non ce ne sono. Un monologo da Centro Sociale, mal scritto risentito e prevedibile. Come lui. Un adolescente imbronciato perchè la soluzione al problema migranti, puerilmente additata pochi giorni fa con una risposta semplicistica e fiabesca ad un problema enorme ha dovuto affrontare il problema del risveglio, mentre lui Saviano continua a parlare come un sonnambulo, nel sonno dei giusti
Mimmo Lucano è agli arresti domiciliari. La motivazione è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La verità è che nelle azioni di Mimmo Lucano non c’è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile“. Inizia così il post di Roberto Saviano dedicato all’arresto del sindaco di Riace, come riportato da Dire, e in risposta a Matteo Salvini che stamane lo aveva chiamato in causa.
Disobbedienza civile: questa è l’unica arma che abbiamo per difendere non solo i diritti degli immigrati, ma i diritti di tutti. Perché tutti abbiamo il diritto di vivere una condizione di pace sociale, tutti abbiamo il diritto di vivere senza cercare colpevoli, e se il Ministro della Mala Vita, Matteo Salvini, ha subito individuato in Mimmo Lucano un nemico da abbattere, il Pd non ha mai compreso che se davvero voleva ripartire da qualche parte per ritrovare un barlume di credibilità (ora è troppo tardi), avrebbe dovuto farlo da Riace, da Mimmo Lucano. E invece Mimmo è solo, e la Bossi-Fini è ancora lì a inchiodare, a bloccare chiunque decida di accogliere e di salvare vite. Legge-obbrobrio, frutto del peggiore berlusconismo, ma che nessun governo ha osato cambiare“.
Mimmo lotta contro una legge iniqua, e lotta da solo. Una legge che vede dalla stessa parte – e silenziosamente coesi – tutti: quelli che io oggi considero i nemici politici della democrazia, ma anche i governi che hanno preceduto questo: tutti a vario titolo responsabili diretti di questi infausti tempi. Vi sembra possibile che il problema della Calabria, terra di narcotraffico e corruzione criminale, sia l’immigrazione? Mimmo Lucano è stato arrestato anche per “fraudolento affidamento diretto della raccolta rifiuti” eppure mai si legge negli atti della Procura di Locri che abbia agito per guadagno personale, anzi, si sottolinea il contrario. Mi domando di quanti amministratori si possa dire lo stesso. E proprio oggi che il dramma principale dovrebbe essere l’analisi di un Def catastrofico, il problema del Paese deve necessariamente essere l’immigrazione, deve essere Mimmo Lucano, che invece ci stava mostrando la soluzione, ovvero come rendere virtuose accoglienza e integrazione“.
Per Saviano si tratterebbe di “razzismo usato come arma di distrazione di massa. Questo governo, attraverso questa inchiesta giudiziaria, da cui Mimmo saprà difendersi in ogni sua parte, compie il primo atto verso la trasformazione definitiva dell’Italia da democrazia a stato autoritario. Con il placet di tutte le forze politiche
L’esperienza di Riace era finita al centro di scontri e polemiche. L’erogazione dei fondi a copertura delle spese del progetto per l’accoglienza dei migranti era già stato bloccato da circa due anni. Il Comune avev pertanto già accumulato debiti con il personale, con i fornitori e con gli stessi rifugiati, come riportato da Il Corriere della Calabria. «Stiamo raggiungendo il punto di non ritorno. Se non ci sarà l’assegnazione programmata non solo finirà l’esperienza di Riace ma saranno messi in strada 165 rifugiati, tra i quali 50 bambini, e 80 operatori perderanno il lavoro», aveva spiegato il sindaco, che per protesta nei mesi scorsi aveva anche iniziato uno sciopero della fame poi interrotto. «L’economia di tutta la comunità, modello di accoglienza e integrazione riconosciuto a livello internazionale, crollerà sotto un cumulo di macerie», aveva concluso Lucano.

I guai giudiziari per il sindaco di Riace cominciarono quando la Prefettura di Reggio Calabria, lo scorso anno dispose un’ispezione nel comune di Riace dalla quale emersero una serie di irregolarità nell’utilizzo dei finanziamenti governativi per la gestione dei migranti. I risultati dell’ispezione fecero scattare l’inchiesta della Procura della Repubblica di Locri da cui sono emersi gli illeciti che oggi hanno portato all’arresto di Lucano e della compagna, Tesfahun Lemlem.

«Proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge» si è difeso in un colloquio intercettato dalla Guardia di finanza, Lucano. Il sindaco di Riace parla del caso di una donna cui è stato rifiutato per tre volte il permesso di soggiorno, come riportato da La Stampa: «Io la carta d’identità gliela faccio, sono un fuorilegge. Non mando neanche i vigili, mi assumo io la responsabilità. La iscriviamo subito. Fino ad ora la carta d’identità l’ho fatta così».

Certo quando arrivò a Riace l’ispezione della Prefettura non c’era Matteo Salvini al Ministero dell’interno. E certo la Procura di Lodi sarà meno meritevole di quella di Agrigento che ha indagato Salvini. Ma sono dettagli, questi, per Saviano. E chissà se ha destinato parte delle sue ricchezze a ripianare i debiti del suo amico Mimmo. Forse sì, forse no. Forse è meglio un post pieno di nulla, come direbbero gli Smiths. E sopratutto non costa nulla, vero?
Fonti: Dire, Il Corriere della Calabria, La Stampa
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