Salvini nei guai con il Decreto Sicurezza: Mattarella e i dubbi sulla firma

Proprio in questi giorni è stato approvato il Decreto Sicurezza il cui primo firmatario è Salvini. Gioia e soddisfazione da parte del Ministro che aveva dichiarato su Twitter il 24 settembre, come riportato dall’Agi: “#DecretoSalvini Sicurezza e Immigrazione, alle 12.38 il Consiglio dei Ministri approva all’unanimità! Sono felice. Un passo in avanti per rendere l’Italia più sicura. Dalle parole ai fatti, io vado avanti!”


Dopo qualche giorno, si potrebbero avere dei problemi dal fronte Capo dello Stato. Prima di firmare i decreti perché siano apposti sulla Gazzetta Ufficiale e quindi divengano operativi, il Presidente della Repubblica deve verificare due requisiti: se risponde a criteri di necessità e urgenza che lo fanno diventare un testo subito applicabile e se non è palesemente incostituzionale.

Prima dell’approvazione del Consiglio dei Ministri, era già circolata la bozza non ufficiale del testo in via informale; su questa erano stati sollevati alcuni dubbi, cosa di cui il Governo ha detto che avrebbe tenuto conto. Ora Mattarella attende il testo approvato per capire se le sue osservazioni sono state effettivamente considerate. Gli stessi dubbi erano anche peraltro espressi anche dal Ministro della Giustizia cinquestelle, Alfonso Bonafede.

In particolare, oltre a verificare il carattere di urgenza di questo provvedimento, i quesiti riguardavano soprattutto il giro di vite sul diritto d’asilo, garantito all’articolo 10 terzo comma della nostra Costituzione, e la lista lunghissima dei reati che potrebbero farlo perdere, oltre ai nuovi criteri per negare la cittadinanza agli stranieri o per revocarla a chi già ce l’ha. Mattarella esaminerà dunque i 44 articoli del decreto sicurezza e solo dopo averli esaminati deciderà se firmarli o meno. Salvini ha dato come scadenza lunedì 1 ottobre, ma per quella data il Capo dello Stato sembra poco intenzionato a porre la sua firma, visto che non ci sarebbe fretta per l’eseguibilità.

Il braccio di ferro – dopo la questione del Ministro Tria – è insomma appena incominciato.

Fonte: Agi

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