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Nave Diciotti: “Il PM Patronaggio rischia di finire sotto inchiesta”.

La nave Diciotti, un”affare” mediatico costruito egregiamente. Interviste, appelli accorati. Le dichiarazioni dei Dem che parlavano di catastrofe, anche sanitaria, sebbene nessun medico la confermasse ed il comandante – non l’ultimo arrivato – dicesse il contrario. Dopo qualche giorno “la catastrofe” scompare. I migranti sono in condizioni fisiche buone. Vanno dove vogliono, senza documenti. Gli operatori del centro Baobab li accompagnano alla frontiera con la Francia.

Lo “scandalo” della nave Diciotti era esploso dopo che il Ministro Salvini aveva avuto l’ardire di fermare niente meno che il Presidente Mattarella. L’inquilino del Quirinale aveva chiesto lo sbarco dei migranti. Una richiesta già fatta e accolta, con la buona intercessione del premier Giuseppe Conte qualche settimana prima. Al Ministro la cosa non era andata giù. E la seconda volta si impunta, di brutto. Mattarella non dice nulla.

Ma poche ore dopo la Procura di Agrigento si muove. Il PM sale sulla nave tra fotografi e telecamere. Laura Boldrini davanti alle telecamere ringrazia il Presidente. E’ solo questione di tempo: di lì a poco “trapela” la notizia dell’indagine sul Ministro Salvini, per ipotesi di illecito vaghe e contraddittorie, che sembrano più “tentate” che ponderate. Ma sono dettagli. I Dem, Liberi e Uguali, il Quirinale, i giornali mainstream: tutti contenti. Poco tempo dopo l’avviso della Procura di Palermo a Salvini, riportato dall’Ansa: “Lei è formalmente indagato per sequestro di persona”. Mattarella torna a farsi vivo. Nessuna parola a sostegno del Ministro, parole a tutela della Magistratura. Tutto corretto, sulla carta. E tutto secondo copione.

Ma non è detto che la commedia segua il copione scritto. Perchè il diritto è questione più complessa, e non si risolve con le sole dichiarazioni di PM che scende le scalette della Diciotti nè sui generici appelli ai diritti costituzionali sillabati dai Dem  “scandalizzati” intorno alla nave. Secondo Carlo Nordio ex magistrato, procuratore aggiunto di Venezia il PM Luigi Patronaggio ha commesso un errore clamoroso. Ed il suo ragionamento non fa una piega. Carlo Nordio non è uno qualsiasi: ha condotto le indagini sulle Brigate Rosse venete.

E’ stato uno dei protagonisti della stagione di Mani Pulite con l’inchiesta sulle Cooperative rosse. Nordio spiega il suo punto di vista nel corso di un’intervista a Italia Oggi: “Questo caso ha subito destato in me molte perplessità tecniche. Intanto è stato contestato, ovvero è apparso sui giornali, il reato di arresto illegale. Incredibile, visto che non era stato arrestato nessuno” dice l’ex magistrato. Ed infatti la Procura di Palermo, cui è spettato vagliare le accuse mosse dal PM di Agrigento prima di trasmettere gli atti al Tribunale dei Ministri, ha “sfrondato” le ipotesi di reato delineate dal PM tenendo in piedi solo quella di “sequestro“, salva la facoltà di Tribunale di addivenire a proprie ed autonome conclusioni. Ma anche su questa ipotesi di illecito, l’unica rimasta a carico del Ministro Salvini, l’ex magistrato Nordio ha fortissime perplessità, come riportato da Il Giornale. Decidere di non far sbarcare i migranti ” è scelta criticabilissima da un punto di vista politico, e magari etico, ma non da quello penale. Il paradosso è che nemmeno il pubblico ministero di Agrigento doveva esserne molto convinto“.

E a fondamento di questa osservazione Nordio fa un ragionamento che pare inoppugnabile: “Se lo fosse stato, una volta salito a bordo della nave e verificato lo stato di limitazione illegale della libertà Patronaggio avrebbe dovuto – non potuto, dovuto – liberare gli ostaggi e sequestrare la nave come corpo di reato: perché il codice impone alla Polizia giudiziaria, e al PM che ne è il capo, di evitare che il reato venga portato a conseguenze ulteriori. Ora siamo al paradosso – spiega ancora Nordio – che se il reato di sequestro di persona a carico di Salvini fosse confermato, lo stesso PM di Agrigento potrebbe esser indagato per omissione di atti di uffici“.

Secondo Nordio, quindi il PM Luigi Patronaggio dovrebbe sperare che la sua richiesta non venga accolta. Se lo fosse anche lui ne sarebbe travolto. Ma Nordio è anche convinto che, dopo il clamore, il caso Diciotti è destinato ad implodere in un nulla di fatto: “Salvini rischia in teoria una pena altissima, in pratica nulla. A parte che, come ho detto, il reato secondo me non c’è, è impensabile che il Senato dia l’autorizzazione a procedere, proprio perché si tratta di una decisione, quella di Salvini, squisitamente politica. Credo che anche Forza Italia e Fratelli d’Italia voterebbero contro”. Tanto rumore per nulla dunque.

Fonte: Il Giornale, Ansa

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