Un fatto di cronaca accaduto la settimana scorsa. Un 28enne albanese si è abbassato i pantaloni e si è masturbato davanti ad una ragazzina che si era riparata dalla pioggia in un androne. A parlarne il Gazzettino di Venezia. L’uomo non rischia il carcere ma solo una sanzione amministrativa: soldi, che probabilmente nessuno sarà in grado di ottenere da lui. È la conseguenza pratica della depenalizzazione 120 reati introdotta dal PD di Matteo Renzi, quando il senatore irrequieto sedeva a Palazzo Chigi, con il dlgs n.8 del 2015. Tra questi reati rientrano gli atti osceni in luogo pubblico. Certo l’immagine di un Partito che depenalizza oltre cento atti illeciti, alcuni di tenue entità, altri odiosi, non era proprio un toccasana per l’immagine del PD. Ed ecco che volenterosi debunker – indipendenti sì, ma casualmente e sempre meravigliosamente in linea con la propaganda cool e politicamente corretta diventata l’unica strategia della Sinistra da vent’anni a questa parte – in ansia, perchè capirono che l’immagine della Sinistra poteva risentirne ed esserne appannata, si affannarono a bollare come “bufala” l’evidenza. Una folle e dinamica tipica della Sinistra che ha smarrito sè stessa: decide senza volersi assumere la responsabilità politica, buona o cattiva, di quello che decide: privatizzazioni, depenalizzazioni, abolizione delle ultime tutele per i lavoratori. Tutto e di tutto.
Dopo confonde le acque, nega, parla di altro. Una strategia che ha avuto una rappresentazione evidente qualche settimana fa: cade un ponte a Genova? La Sinistra va a Catania. Parla d’altro. Se non può farlo lei in prima persona ci sono altri:intellettuali, scrittori, giornalisti, vignettisti, volontari delle Ong. E per certificare la verità ci sono i debunker indipendenti che aspirano ad essere le agenzie di rating dell’informazione: questo e vero, quello no. La certificazione la diamo noi. Sono pronti a pronti a confondere le acque, con mille distinguo e a negare l’evidenza, se serve. Pretoriani di un imperatore morente.
E allora i debunker dissero che la depenalizzazione dei cento atti illeciti voluta dal PD non c’era, o meglio non sempre. Spiegarono a modo loro che la decisione del PD di Matteo Renzi non era così drastica: la legge punisce ancora come reato chi commette atti osceni in luoghi frequentati da minori, anche se i minori non ci sono. Ma se il fatto accade altrove – in un androne, per esempio, dove la ragazzina ha incontrato l’albanese – il reato non c’è più. Un’idea demenziale, che fa dipendere la punibilità da circostanze secondarie, estrinseche all’atto. Così come fu demenziale e disonesto negare la depenalizzazione portando esempi di questo genere. Ma si sa, chi fa affari con lo zoppo impara a zoppicare.
Risultato: un uomo si masturba davanti ad una ragazzina e se ne va. Punto. Per giustificare questo bisogna essere ridicoli ed ipocriti oltre misura.
La masturbazione dell’albanese ha lasciato indifferente. Matteo Renzi, che ha altro a cui pensare, ma ha suscitato la reazione del Ministro dell’Interno Matteo Salvini – una reazione “populista” direbbero i debunker, i giornalisti con il rolex e gli scrittori che copiano. Il Ministro, come riportato da Repubblica, ha detto che avrebbe scritto lettera al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per chiedergli di rimediare a “un altro regalo del Pd agli italiani, affinché gli atti osceni, tra cui la masturbazione in pubblico, tornino ad essere reato penale“. Fonti: Il Gazzettino di Venezia, Repubblica