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“Laura Boldrini? Si è suicidata”. Sale sulla nave dei migranti, dimentica Genova

La cronaca di questi giorni non ha aiutato la ex Presidente della Camera, Laura Boldrini. Genova, Catania, Amatrice, Jesolo: quattro località del nostro Paese che una figura politica che ambisce ad essere carismatica e rappresentativa di un elettorato dovrebbe vedere o di cui dovrebbe almeno parlare, condividendo la propria solidarietà ed indignazione. Se scegli di recarti solo in un posto, di rappresentare solo le ragioni di alcune persone e non di altre finisci che rappresenti solo te stessa. Male. E ne esci malissimo.

E non sembrava così difficile comprendere ed interpretare il buon senso ed il sentimento comune, osservando l’esempio della città di Jesolo, che ha deciso di costituirsi parte civile nel processo che sarà avviato a carico di Mohamed Gueye. Il ragazzo, 25 anni,  originario del Senegal, è ora nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia, con l’accusa di aver violentato una 15enne sulla spiaggia a Jesolo. La decisione è stata presa dalla Giunta comunale in seduta straordinaria, come riportato da Il Corriere della Sera. E’ il primo atto formale dell’amministrazione per il danno d’immagine subito e testimoniare vicinanza alla vittima e alla sua famiglia. “La decisione di costituirci parte civile non solo è giusta ma è soprattutto doverosa – ha detto commosso il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia -. Di fronte al riprovevole episodio che ha macchiato la nostra città, intendiamo rispondere con forza. Dietro a questo provvedimento non c’è solo l’amministrazione, il Comune, ma tutti i cittadini jesolani che sono stati colpiti dalla notizia di questa vicenda. Desideriamo sottolineare, anche con questo atto, la nostra vicinanza alla giovane e alla sua famiglia e ribadire ancora una volta il massimo impegno dell’amministrazione, della Polizia locale e di tutte le Forze dell’Ordine per garantire ogni giorno la sicurezza su tutto il territorio. Su questa linea siamo determinati“.

Sì, ho fatto sesso con lei ma era consenziente” avrebbe detto il ragazzo di origini africane accusato dello stupro. “Ritengo stando all’esito dell’interrogatorio, che sia coerente – ha sottolineato il suo legale parlando con il Gazzettinoe che il rapporto sia stato consenziente, escludendo in questo modo qualsiasi violenza sessuale. La versione da lui fornita è più coerente rispetto al corredo indiziario negli atti, più coerente anche della versione data dalla persona offesa“. Secondo gli investigatori, le prove a carico di Mohamed Gueye, detto anche “Mario” per la somiglianza con Balotelli, sono schiaccianti. Gueye, già conosciuto alle forze dell’ordine. Il ragazzo è arrivato in Italia dal Senegal nel 2009 a bordo di un aereo di linea atterrato all’aeroporto di Venezia. Sul suo passaporto, Gueye aveva un visto turistico. La sorella del ragazzo viveva con il marito in una villetta a Marcon, un comune in provincia di Venezia. Dopo l’arrivo in Italia, il 25enne ha ottenuto un permesso di soggiorno che è scaduto nel 2013. Dopo due anni nei suoi confronti fu decisa  l’espulsione motivata anche ad alcuni reati: tra questi osceni all’interno di una corriera; a Venezia fu arrestato con l’accusa di aver rubato 700 euro a casa di alcuni studenti che lo avevano ospitato. Il ragazzo aveva detto che non aveva dove dormire. Il rimpatrio del senegalese si è bloccato quando Mohamed Gueye ha dichiarato di essere padre di una figlia avuta da un’italiana. Mohamed Gueye ha vissuto per qualche tempo a Marcon con la compagna italiana e con la figlia avuta da lei un paio di anni fa. Dopo qualche tempo i due si sono separati.

Lui sarebbe andato via mentre la donna sarebbe tornata a Venezia in casa dei genitori portando con sé la bambina. È la stessa donna alla quale fa riferimento con ironia «che brava persona» il ministro dell’Interno Matteo Salvini quando, in un tweet, riportato da AgenPress, dice che «questo verme NON può essere espulso». In attesa che le autorità amministrative si pronuncino, lui resta nel nostro Paese. A Marcon c’è chi dice che prima che anche la sorella e il cognato si separassero, con la donna che sarebbe rimpatriata in Senegal, Mohamed Gueye si sarebbe fatto rivedere qualche mese fa nella villetta . Qualcuno sostiene che c’era anche la figlioletta e che lui avrebbe detto di voler mettere la testa a posto, di essere cambiato e di aver smesso di bere e di usare droga.

Ecco, lo stupro sulla spiaggia a Jesolo accadeva il 22 agosto. Poche ore dopo l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini si recava a Catania per sincerarsi delle condizioni di salute dei migranti, a bordo della Nave Diciotti. Nelle stesse ore in cui a Genova, 74 famiglie erano costrette ad abbandonare la propria abitazione a causa del crollo del viadotto. Nelle stesse ore in cui Amatrice rifletteva dolorosamente sui due anni trascorsi dal sisma di due estati fa. Ma non perde tempo con queste cose, Laura. Parlando con i giornalisti, la Boldrini giudicava “miserabile” aver fermato la nave e “patetico” criticarla per non essere andata a Genova. A parte l’odio e il frasario ormai da strada con cui la ex Presidente si rivolge al Governo, un frasario dissimulato nella dizione e nei modi compiti con cui è solita mostrarsi, la sua presa di posizione è criticabile quanto si vuole ma politicamente più che legittima. Da essa tuttavia è facile dissentire – preferibilmente senza usare gli insulti che lei è solita rivolgere all’Esecutivo: è giusto rimarcare le distanze con la ex Presidente anche in questo. L’esito di tutto questo è tuttavia un suicidio.

Perchè proprio con un termine inequivocabile  – “da suicidio” – i sondaggisti definiscono il comportamento e le frasi degli esponenti di sinistra sul caso Diciotti. Un giudizio a ragion veduta, dati alla mano. Almeno un italiano su due, secondo Ipr Marketing, sostiene il Ministro dell’Interno quando usa il pugno duro per arginare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. “Sull’immigrazione la Lega si avvantaggia anche rispetto all’alleato di governo grillino, che al suo interno è diviso sul tema come lo è il suo elettorato” sottolinea Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing. Per Roberto Weber di Ixè “il campo di consenso di Salvini non sarà allargabile all’infinito, ma sicuramente si è ristretto quello di molti suoi avversari come Laura Boldrini“il cui consenso si aggira intorno 2,5%. Nulla. Ripescaggi a parte, politicamente Laura Boldrini è già fuori dal Parlamento. A Catania ha rappresentato solo se stessa o quasi. Potrebbe andare a Jesolo, ora, per sincerarsi sulle condizioni della ragazza, dopo essersi preoccupata delle donne a bordo della Diciotti. Alcune di loro hanno affermato di essere state violentate. Sarebbe un bel gesto di fratellanza ed uguaglianza andare a Jesolo, ora. Ma è questo il punto dolente. Gli italiani non possono gettare un’ombra sui sui migranti. Mai e in nessun caso, anche se sono vittime. Perchè gli sono come gli altri, per Laura. E vengono dopo, sempre.

In un post del 9 marzo 2014 Laura Boldrini, allora Presidente della Camera, scriveva: “Secondo un recente sondaggio il 67% degli italiani voterebbe un partito guidato da una donna. C’è resistenza nei partiti? Forse perché questo fa paura“. Il 4 marzo 2018, 4 anni dopo la Sinistra, prendeva una legnata come poche nella sua storia. Merito di Matteo, certo, ma anche di Laura. Una donna che non ha espresso una sola parola di pietà per una ragazza fatta a pezzi, nella “sua” Macerta. Quella ragazza si chiamava Pamela. Forse c’è  ancora una giustizia in questo mondo.

Fonti: Il Corriere della Sera, Il Gazzettino, AgenPress, Facebook Laura Boldrini, Ipr Marketing

 

 

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