Molti giornali mainstream intitolano “Alpini indignati contro Matteo Salvini“ e via discorrendo. Ma non è proprio così. Si è “indignato” un alpino, per il momento. Ma far credere che i quasi 350.000 iscritti dell’Associazione Nazionale Alpini, uno dei simboli dell’Italia siano “indignati” per colpa di Salvini è suggestivo. Ma non è vero.
“Indosso orgogliosamente la maglia degli alpini che avranno la loro adunata nazionale prossima a Milano” aveva osato dire il Ministro dell’Interno due giorni fa, a Pinzolo, durante una diretta Facebook. L’immagine evidentemente non è piaciuta al presidente della sezione milanese degli Alpini Luigi Boffi, come riportato dall’Ansa, che ha scritto al presidente nazionale e ai colleghi di Bergamo per esprimere la sua “indignazione” per aver visto il vicepremier indossare la maglietta degli Alpini con i simboli dell’Adunata del Centenario – regalatagli dalla ditta che ha in concessione il marchio – in alcune occasioni pubbliche.
Salvini l’aveva indossata il il 20 agosto a Milano, quando ha fatto visita all’Opera Cardinal Ferrari e due giorni fa. Il Ministro aveva mostrato i simboli appuntati sulla maglietta pensata per celebrare il centenario dell’Associazione, nata a Milano, dove verrà festeggiata nel maggio 2019.
All’alpino Luigi Boffi tutto questo proprio non è piaciuto: “Ne va della nostra credibilità, della nostra autonomia, della nostra serietà – ha detto – Una volta per tutte diciamolo forte: non siamo noi Associazione Nazionale Alpini a seguire la Lega, ma caso mai Salvini che furbescamente cavalca il sentire sincero e senza altri falsi scopi di noi Alpini“.
Usa toni più pacati l’Associazione nazionale che fa un discorso più generale e molto più astratto e ipotetico, probabilmente per chiudere presto la questione: “Ogni eventuale accostamento dei nostri simboli a situazioni politiche, personaggi politici o altro non è assolutamente promosso né voluto dall’Ana“.
Dalla Lega risponde il deputato Fabio Boniardi anche lui indiganto, ma da Boffi “Un presidente che non conosce le basi dello statuto dell’Ana che ha tra i suoi scopi – dice il leghista – proprio quello di ‘dovere verso la Patria’ e che ignora che la stessa Ana faccia parte del sistema nazionale di Protezione civile, che fa capo alla presidenza del Consiglio dei ministri con Salvini vice presidente, non può ricoprire il suo ruolo“.
Certo viene il sospetto che l’indignazione di Boffi non sia super partes e che, al contrario, sia stato proprio lui a strumentalizzare gli Alpini per un’avversità personale verso il Ministro, dimenticandone il ruolo istituzionale. Ci si imbatte allora in un curriculum vitae scritto dallo stesso Boffi su Comuni Insieme. Ed ecco che la sua esternazione appare più comprensibile:
“Luigi Boffi nasce a Desio il 16/07/1942 vive a Varedo fino a 28 anni dove inizia a lavorare giovanissimo presso la Tecno Borsani come falegname. Dopo il militare negli Alpini e avere fondato la Commissione Interna presso la Tecno Borsani viene chiamato a fare l’operatore sindacale CISL in Brianza. Si sposa nel 1970 e si trasferisce a Bollate. Diventa Segretario Provinciale del Sindacato nel 1977 e nel 1979 viene eletto. Segretario Generale della FILCA CISL Lombardia. Nel 1988 diventa Segretario Organizzativo Regionale della CISL Lombardia.
Lascia nel 1993 per costruire l’Ente Lombardo bilaterale dell’Artigianato di cui assume la carica di Segretario Generale.
Nel luglio 1999 viene nominato Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Bollate, carica che mantiene fino al luglio 2004.
Nello stesso mese assume la Presidenza del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Speciale Consortile Comuni Insieme per lo Sviluppo Sociale. Dal 07/03/2010 Presidente della Sezione di Dal 07/03/2010 Presidente della Sezione di Milano dell’Associazione Nazionale Alpini.
Ciclo scolastico:
– Scuola elementare
– Scuola avviamento commerciale (3 anni)
– Scuola per falegnami/ebanisti (serale)
– Istituto tecnico per ragionieri – Civico Ist. Carlo Cattaneo (3 anni serali)
– Scuola sindacale CISL Firenze “Centro Studi”
– Corso di un anno di Politica Economica
– Corsi specifici nelle tecniche di contrattazione”
Insomma, più che scrivere “gli alpini indignati con Salvini” sarebbe forse stato più esatto da parte dei giornali mainstream, scrivere “un sindacalista odia Salvini“. Ma faceva poca notizia, in effetti. La notizia è che un sindcalista di 66 anni usa gli Alpini per fare cassa di risonanza al proprio rancore politico. Ma al di là delle ragioni di stile, correttezza e opportunità Boffi, il sindacalista, le sue fondate ragioni le ha. Non è stato forse Salvini ad abolire l’articolo 18? O era un altro Matteo? Chiedo scusa. Brutta cosa l’ignoranza.
Fonti: Ansa, Comuni Insieme