“Da oggi questa è la foto della mia vita“. È con queste parole che Pasquale Gagliardi, dirigente medico dell’Elisoccorso di Cosenza, ha accompagnato ieri la foto che ritrae l’abbraccio della bambina salvata dalla piena del fiume nelle Gole del Raganello. La piccola Chiara di 9 anni si trovava in stato di ipotermia, come riportato da Il Mattino, «La piccola mano fredda di Chiara, i suoi occhi terrorizzati e l’incredulità sui volti dei sopravvissuti. Queste sono le immagini che rimarranno per sempre scolpite nella mia memoria. In ventidue anni di servizio non mi era mai capitato nulla di simile». Sono le parole di Pasquale Gagliardi, dirigente medico dell’elisoccorso regione Calabria, che ieri è stato tra i primi ad arrivare sul greto del torrente Raganello, nel Parco nazionale del Pollino, in provincia di Cosenza, dove a causa del maltempo, una piena ha travolto degli escursionisti che stavano visitando il canyon. Chiara ha perso il padre nella piena del torrente in Calabria, mentre la madre è grave all’ospedale. «Volo da oltre vent’anni – ha aggiunto – e posso dire di essere un veterano. Ho soccorso centinaia di persone in situazioni difficili, ma mai mi era capitata una disgrazia di queste dimensioni. Forse la peggiore della mia vita professionale. Quando siamo arrivati non avevamo contezza di cosa era accaduto, pensavamo di soccorrere tre persone in difficoltà. Sono bastati cinque minuti per capire che quello che era accaduto non aveva precedenti».
«Surreale» è la parola usata da Gagliardi per descrivere quei momenti di disperazione. «Quello che mi addolora di più – conclude – sono le urla dei parenti nel vedere i corpi a terra, ma nessuno aveva il coraggio di chiedermi se erano vivi o morti». Il bilancio definitivo del dramma delle Gole del Raganello è di dieci vittime e non ci sono più dispersi. In tutto 44 persone sono state coinvolte dall’onda di piena che si è abbattuta su gruppi organizzati ed escursionisti “fai da te”. «C‘era un’allerta gialla – ha detto il Capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli – e ricordo che con questa allerta ci possono essere morti». Dopo quasi 24 ore di dolore e angoscia non ci dovrebbero essere altri tragici fatti nuovi. La speranza che la conta dei morti sia finita è stata suffragata anche dal clima di smobilitazione che si è respirato nel pomeriggio nella piazza di Civita, diventata, suo malgrado, l’epicentro del dolore per tante famiglie colpite dalla piena scatenatasi a monte del Ponte del Diavolo.
Fonte: Il Mattino
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