“Se sei ricco è facile essere di Sinistra perché non hai i problemi dei poveri, non hai il rom o il migrante come vicino”. In un’intervista rilasciata al programma “Circo Massimo”, di Radio Capital, Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif esprime la sua opinione sull’attuale situazione politica e sul crollo della sinistra alle recenti elezioni. Momenti lucidità ed i soliti luoghi comuni. Perchè forse il problema della sinistra non è soltanto nel gruppo dirigente.
“Una volta” racconta Diliberto nel passaggio più lucido del suo discorso “nelle zone più disagiate la gente era di sinistra nonostante fosse povera, anzi forse proprio per quello. Il PD? C’è bisogno di un lavoro lungo, non immediato. Bisogna ritornare sui territori, e non si può ricominciare in poco tempo. Anzi, è più sano perdere tempo“. Per Pif, il Partito Democratico ha “l’obbligo morale di sedersi al tavolo. E invece è successo quello che tutto sommato era immaginabile: il governo poteva avere un equilibrio pendente a sinistra e invece ce l’ha a destra”. Diliberto si riferisce alla possibilità che il PD formasse un governo con Movimento 5 Stelle dopo le elezioni del 4 marzo scorso. Ipotesi sfumata sopratutto per la volontà di Matteo Renzi che ha continuato a dettare la linea politica del partito anche dopo la disfatta del 4 marzo scorso.
Del Ministro dell’Interno non ha apprezzato, dice Pif, l’uscita sulla scorta del suo amico Roberto Saviano: “Non riesco a dare neanche una risposta ironica. È uscito il lato infantile di Salvini. La gravità è pensare ‘tu sei contro di me e ti levo la scorta’. Il problema non è la lotta alle mafie, ma che lui minacci una cosa del genere. In qualunque paese civile il ministro dell’Interno avrebbe dato le dimissioni“. Forse la storia della scorta è stata raccontata a Pif da Saviano, che certo avrà giocato con il lato infantile di Pif come il gatto con il topo.
Perchè “tu sei contro di me, ti levo la scorta” è la sceneggiatura scadente che Saviano sta scrivendo e cercando di spacciare per verità, povero Pif. L’evidenza dice altro. E racconta di uno scrittore che tenta il ruolo della vittima, e gioca un ricatto silenzioso, pressante e morboso pur di mantenere la scorta. Una prerogativa su cui la questione dell’incolumità non entra. Per Saviano la scorta è l’irrinunciabile segno distintivo di uno status symbol, quello dell’ombroso perseguitato. Essere solo uno scrittore no, non fa per lui. Il gigantesco narcisismo di Saviano non intende rinunciare a questo, non può. E le tenta tutte. E qualche ingenuo riesce a convincerlo, povero Pif. Che non ha capito nulla e scherza sul suo amico Saviano: “Sono molto incazzato con quello stronzo: sono andato a New York, ci siamo visti e siamo andati a mangiare in un bar fetido… poi ho saputo che ha un attico! E non mi ha invitato! È una cosa imperdonabile!”
La critica alla Sinistra e a Saviano finisce qui, da parte di Pif. Svanito il miraggio di un governo PD – Movimento 5 Stellei Pierfrancesco si trastulla con pensierini facili, da 14 enne deluso in amore. “Dov’è il M5S? Mandavano tutti a fanculo, ora dove sono?”, dice Pif che ironizza “Capisco il progetto, ma tirate fuori un minimo di dignità! Voglio morire d’ingenuità e pensare che nel M5S stiano soffrendo”. Pif si duole della frase ‘purtroppo i rom italiani ce li dobbiamo tenere’ pronunciata da Salvini. Una frase che a suo dire avrebbe dovuto creare una rottura nel Governo. Il Movimento, qui, avrebbe dovuto: “tirare fuori un sussulto” dice Pif. E governare con il PD, magari.
Pif ironizza su Conte: “ma anche lui… un sussulto! Fatti vedere ogni tanto!” e sulle proposte economiche del Governo: “Sia il M5S che la Lega hanno unito promesse, ma lì non è una questione ideologica: è una questione matematica. Anch’io voglio la pensione minima, il reddito di cittadinanza, pagare meno la benzina…ma evidentemente non si può fare“. Forse non si può fare, vedremo. Male che vada Pif può andare a New York, da suo amico Saviano e presentarsi lì, in strada sotto il suo attico. Forse lo ha capito anche Pif che Saviano soffre meno di quello che lascia intendere. E certo lo ospiterà sine die nel suo attico, con quello stesso slancio fraterno con cui, Saviano insegna, devono essere accolti i migranti.
Fonte: Radio Capital
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