“Le modalità dell’annuncio di revoca delle concessione alla Società Autostrade da parte del Governo” scriveva Atlantia 48 ore dopo il disastro del Ponte Morandi “possono determinare riflessi per gli azionisti e gli obbligazionisti della società” e sottolineava ancora, come riportato da Dire, “Anche nell’ipotesi di revoca o decadenza della concessione, secondo le norme e procedure nella stessa disciplinate spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili“.
Al fianco di Castellucci, nel giorno più difficile della sua carriera, c’è Fabio Cerchiai, presidente di Atlantia, di Autostrade e di Edizione, la cassaforte della famiglia Benetton a monte della catena di controllo. Cerchiai è lì, terreo in volto, condivide l’amarezza e lo sgomento per i morti sul viadotto del Polcevera. Castellucci sa di dovere essere concreto perchè la pressione sul gruppo è insostenibile. Solo Oliviero Toscani ha parlato a sostegno delle famiglie. Solo il PD non infierisce, con un garbo che potrebbe essere male interpretato. E suscitare sospetto. Ma il PD non rappresenta il Paese in questo momento. Gli applausi a Di Maio e Salvini spiegano quel poco che restava da capire. E lo hanno capito anche i Benetton e i loro disastrosi esperti di comunicazione. Una cosa sono i posti colorati dell’amicizia universale per vendere un maglione. Un’altra cosa è osservare negli occhi i famigliari di chi ha perso i propri cari dopo che un ponte, a te affidato, è andato giù.
Castellucci ha parlato di una serie di misure per invertire la rotta, come riportato da Il Corriere della Sera: “Mettiamo a disposizione mezzo miliardo di euro per gestire. l’emergenza“. Parla di “ricostruire in otto mesi il ponte. Abbiamo un progetto che ci permetterà di ricostruirlo in acciaio, con minore impatto per l’ambiente e indennizzando tutti coloro che saranno costretti a lasciare le proprie case“.
Si tratta di una volontà che ora dovrà passare al vaglio del Governo. Castellucci tuttavia ribadisce che il Gruppo non intende al momento assumersi alcuna responsabilità. Per “mancanza di elementi”, pur offrendo la massima collaborazione possibile con la magistratura che ha già acquisito materiale video. Questa esplicita insistenza sul punto è stata un errore, con il senno di poi. E il vicepremier Luigi Di Maio gela immediatamente Castellucci e i suoi con una frase che ha il sapore dell’avvertimento per quello che è appena cominciato: un lungo, travagliatissimo, contenzioso con il Ministero dei Trasporti, l’ente concedente. “Lo Stato non accetta elemosine da Autostrade – dice il vice premier – Pretendiamo risarcimenti credibili e non vi sarà alcun baratto“. Matteo Salvini vede in questa apertura “solo il minimo sindacale”. . Un esecutivo che ha appena deciso di avviare la revoca della concessione sulla Aio Genova-Savona, minacciando di ridiscutere completamente la convenzione con Autostrade per l’Italia che ha in gestione nel nostro Paese quasi 3 mila chilometri di tratte autostradali.
Ciò che è certo è che Genova sta tentando delle alternative per non perdere quote nel traffico portuale. Autostrade metterà proprie risorse — dopo aver ottenuto l’ok dai tre Commissari dell’Ilva — per consentire il passaggio degli oltre 4 mila e transitavano sul Morandi, nell’area dell’acciaieria. Da domani non si pagherà alcun pedaggio sul nodo di Genova. Una richiesta arrivata da più parti. Ora Autostrade acconsente, forse tardivamente.
Fonti: Il Corriere della Sera, Dire
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