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Disastro del ponte, la difesa di Renzi: “Questo Governo ha preso i soldi dai Benetton”

La difesa di Matteo Renzi sulla tragedia del ponte Morandi è semplice. Non è detto tuttavia che colpisca nel segno. E potrebbe essere un autentico suicidio politico.  In due parole l’ex premeir si è espresso: nè io, nè il PD abbiamo fatto affari con i Benetton. Anzi a guardar been, dice l’ex premier, gli unici ad aver preso soldi sono il premier Giuseppe Conte e la Lega. E inoltre: ad opporsi alle opere che potevano evitare il disastro c’è stato il Movimento Cinque Stelle. Questione chiusa, quindi, quella dei soldi. E riguardo al suo Governo, l’ex premier rivendica una strategia lungimirante. Con queste parole riportate dall’Ansa: ‘Nel 2017 seguendo le regole europee, dopo un confronto col commissario Ue Vestager  – altro che leggina approvata di notte, è una procedura europea! –  si è deciso di allungare la concessione di quattro anni, dal 2038 al 2042, in cambio di una fondamentale opera pubblica: la Gronda, l’opera che avrebbe decongestionato anche il ponte Morandi“.

Io ti allungo la concessione – che scadrebbe comunque tra più di vent’anni -sottolinea l’ex Segretario – e tu in cambio mi dai subito un’opera pubblica. Prorogare la concessione è stata una scelta del governo per avere subito l’opera pubblica che avrebbe decongestionato il traffico a Genova“.

Passaggi in ombra e qualche incongruenza sembrano tuttavia esserci in questa parole. Renzi parla di una proroga della concessione avvenuta nel 2017. Ma allora lui non era più Primo Ministro nè aveva incarichi di Governo. Il premier era Gentiloni. Perchè allora Renzi non lascia che sia Gentiloni a dire cosa accadde? Un altro passaggio meriterebbe qualche spiegazione. Perchè dalle parole dell’ex premier sembrerebbe che l’unico interlocutore per una questione strategica per l’Italia come la proroga della concessione sulla rete autostradale sia stato il Commissario Ue. Nessun altro è intervenuto su una questione così delicata? Renzi parla di procedura europea ma dalle sue parole sembra sia stato qualcosa di molto prossimo ad un accordo privato. 42 morti meritano qualche spiegazione in più. E’ uno dei limiti dell’ex premier: quando le questioni si fanno cruciali la dialettica di Renzi appare molto risoluta nella forma, ma vaga e davvero troppo approssimativa sulle questioni di fondo. Un’assertività di superficie, una disinvoltura imbronciata la sua, che non aiuta. Un altro punto resta poco chiaro al momento: perchè prorogare una concessione vent’anni prima della scadenza? Questo significava perpetrare e consolidare condizioni di monopolio, rafforzare i Benetton, già in una posizione dominante: erano e sarebbero rimasti senza concorrenza. Nessun altra realtà imprenditoriale avrebbe potuto prendere in considerazione l’ipotesi di diventare un nuovo interlocutore sulla questione autostrade. Il Governo ha così chiuso tutte le porte agli altri. Con vent’anni di anticipo.

Io ti allungo la concessione e tu in cambio mi dai subito un’opera pubblica. Prorogare la concessione è stata una scelta del governo per avere subito l’opera pubblica“. Anche questo passaggio, riportato dall’Ansa, non brilla per chiarezza. Chi è il “tu” a cui fa riferimento l’ex premier? “Chi avrebbe dovuto dare subito un’opera pubblica?“. I Benetton?  Perchè se il patto fosse stato un’opera pubblica realizzata da Società Autostrade a costo zero a condizione di una proroga dal valore miliardario sarebbe stato necessario comprendere meglio i contenuti di questo patto. E aprire una discussione in Parlamento. E’ stato fatto? Non sembra. Se invece il discorso dell’ex premier si riferisce alla Ue le sue parole risulterebbero ancora più ambigue. Perchè potrebbe significare questo: abbiamo ottenuto dalla Ue il via libera al progetto Gronda – pagato dallo Stato, non da Società Autostrade – in cambio di una proroga dell concessione ai Benetton, vent’anni prima della scadenza.  Il significato “politico” di questa trattativa merita ben altro chiarimento. Perchè Renzi accenna ad un patto per ottenere il via libera della Ue su un’opera fondamentale per la sicurezza dei cittadini. E pur di ottenere il sì – senza “pretenderlo” come ha osato dire quel populista di Luigi Di Maio – cosa è disposto a concedere il Governo? Una proroga miliardaria ad un soggetto privato, i Benetton.

Una trattativa strana, ingarbugliata e onerosa, come ad oggi risulta essere stata quella dell’aereo di Stato. Un modo di trattare non dissimile a quello rivelato da Emma Bonino sulla questione migranti: porti aperti in cambio di maggior flessibilità dalla Ue, così posso concedere gli 80 euro e mi assicuro il governo del Paese. La difesa “politica” della questione Benetton da parte di Renzi segna dunque il passo. Non sembra memorabile neanche la seconda parte del suo discorso, quando l’ex premier prova l’affondo sugli avversari politici:

Contro la Gronda erano i 5 Stelle, che nel 2012 definivano favoletta l’ipotesi del crollo del ponte e che nel 2014 con il genovese Beppe Grillo volevano bloccare la Gronda ‘anche usando l’Esercito’ e che nel 2018 con Toninelli hanno proposto ancora di cancellare l’opera“. Renzi, come riportato da Il Messaggero, infine prende di petto il Ministro dell’interno Matteo Salvini e l’odierno premier, Giuseppe Conte: “Società Autostrade ha finanziato la Lega e che il Premier Conte è stato legale di Aiscat, la società dei concessionari di autostrada. L’avvocato del popolo diventa all’improvviso l’avvocato delle autostrade. Quindi se Di Maio vuole sapere chi prendeva soldi dal sistema autostradale lo deve chiedere al prossimo Consiglio dei ministri, non a noi“.

Forse ha ragione Renzi. Nessuna collusione con i Benetton. I collusi sono Conte e Salvini. Ma nei giorni successivi alla tragedia a picchiare duro su Società Autostrade, a decidere di revocare la concessione nonostante molti dicessero non fosse possibile,  a chiedere il risarcimento immediato per le vittime sono stati proprio quelli che Renzi indica come collusi. Da Renzi nessuna parola contro la famiglia Bnetton. Un po’ come Oliviero Toscani che li ha difesi. Niente di male in questo. Non è che fosse obbligato a farlo. Ma l’amicizia di Toscani verso i Benetton è comprensibile. La solidarietà silenziosa di Renzi, le pochissime parole spese per le vittime ha un suo significato personale umano e politico. L’ex premier è apparso molto più indignato e veemente per l’uovo tirato a Daisy che per per 39 vittime di Genova. E allora non si stupisca Renzi se oggi ai funerali le persone hanno applaudito Matteo Salvini e Luigi Di Maio e fischiato il PD. Forse l’ex premier questo non lo sa. Perchè ha preferito non andare. Perchè quando si tratta di prendere spazio politico a Maurizio Martina, a Luigi Zingaretti o a qualsiasi altro possibile leader Matteo c’è. E’ sempre lì, che gioca ancora a fare il Segretario del PD. Prima degli altri, prima di tutti, con le sue dirette FB.  Quando ci sono i fischi da prendere il Segretario è un altro.  Lui ha cose da fare. Si deve suicidare, politicamente, e finire di distruggere il PD. Con l’ennesimo post.

Fonti: Ansa, Fanpage, Alanews, Il Messaggero

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