I Benetton si ricordano delle vittime ma non si scusano.E rilanciano. Con un argomento così forte da poter sembrare una pressione inopportuna. Il pagamento di una penale da capogiro per il tracollo economico che potrebbe produrre la revoca anticipata delle concessione. I segnali si sono visti già in Borsa: i titoli azionari Atlantia – la nuova denominazione di Autostrade per l’italia – non riescono a far prezzo in avvio di seduta dopo il crollo del Ponte Morandi sull’autostrada A10 in gestione alla controllata Autostrade per l’Italia e il successivo annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla volontà di revocare ad Autostrade la concessione autostradale.
Le azioni, che venerdì avevano chiuso con un calo del -5,39% registrano un calo un crollo del 23%. Una flessione “teorica” perchè alle azioni non è stato segnato un prezzo di apertura. Autostrade per l’italia ha reagito all’annuncio di Conte riguardante l’intenzione del Governo di procedere alla revoca della concessione dichiarando di essere fiduciosa di poter dimostrare il corretto adempimento degli obblighi previsti dalla concessione e sottolineando, come riportato da
Il Sole 24 Ore, di aver investito “
oltre 10 miliardi di euro nell’ampliamento e ammodernamento della rete autostradale italiana“.
Intanto Edizione Srl, holding della
famiglia Benetton e azionista di riferimento di Atlantia ha diramato un comunicato in cui dichiara che, come riportato da
Adnkronos, «farà tutto ciò che è in suo potere per favorire l’accertamento della verità e delle responsabilità dell’accaduto». La società inoltre «
a nome dei suoi azionisti e del suo management, esprime profondo cordoglio alle famiglie delle vittime e la propria vicinanza ai feriti e a tutti coloro che sono stati coinvolti nel tragico crollo avvenuto a Genova».
Ma dai Benetton non ci sono state solo parole accomodanti. Questa mattina la strategia è mutata. Sembra essersi realizzato quanto già previsto nelle ore scorse: il gruppo Atlantia alza il livello dello scontro facendo valere le proprie prerogative contrattuali, ossia rivendicando il diritto al pagamento della penale per i recesso anticipato del contratto di concessione, che scade nel
2042 – secondo altre fonti quattro anni prima. Atlantia, come riportato dall’
Agi, ritiene che il Governo dovrebbe risarcire Autostrade per l’Italia – ossia il gruppo di cui i Benetton hanno la maggioranza – i
20 miliardi di euro per mancati futuri ricavi legati al pedaggio “
al netto dei relativi oneri, investimenti e imposte nel medesimo periodo“.
Il gruppo, implicitamente, contesta una processo sommario e ingiustificato da parte dei Governo e dei media, precisando che la dichiarazione del presidente del Consiglio sull’avvio della procedura di revoca non contiene contestazioni specifiche nè è basata su «accertamenti circa le effettive cause dell’accaduto».
Atlantia ricorda inoltre che in caso di revoca, spetta ad Autostrade per l’italia il riconoscimento del valore residuo della concessione «dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili». Alcune case di investimento non ritengono probabile lo scenario ma rivedono comunque la posizione sui titoli Atlantia. Molte ritengono che la si avvierà un negoziato tra le parti con un esito che porrebbe essere questo: il pagamento di una penale da 150 milioni di euro, come ipotizzato dal vicepremier Di Maio e la ricostruzione, a totale carico di Autostrade per l’italia, del ponte crollato. a fronte del mantenimento dell concessione sulle autostrade fino alla scadenza del contratto.
Fonti: Il Sole 24 Ore, Adnkronos, Agi