13enni sparano a salve contro un migrante. Cécile Kyenge: “Odio razziale”

Due ragazzini di 13 anni hanno ammesso di aver sparato alcuni colpi a salve nei confronti di un ragazzo gambiano, Buba Ceesay, 24 anni, ospite di Don Biancalani nella parrocchia di Vicofaro, a Pistoia. I due ragazzini hanno ammesso le loro responsabilità, motivando quanto accaduto come un “momento goliardico, escludendo qualsiasi riconducibilità a motivi razziali o politici“. Gli inquirenti attraverso testimonianze, immagini delle telecamere e sopralluoghi, hanno accertato la presenza di un gruppo di minorenni pistoiesi che, nelle ore in cui sono avvenuti i fatti, si aggirava nella zona di Vicofaro. Sono state fatte perquisizioni nelle case di alcuni dei ragazzini, alla ricerca dell’arma con cui erano stati esplosi i colpi a salve, come riportato dall’Ansa.
I due tredicenni, spaventati, alla presenza dei genitori, hanno ammesso le loro responsabilità, consentendo di ritrovare la scacciacani utilizzata e circa 200 proiettili a salve. I due frequentano le medie e sono italiani. Abitano con le famiglie a Pistoia, una delle quali vive in un alloggio popolare. La pistola scacciacani è del padre di uno dei due minori ed è stata trovata senza il tappo rosso obbligatori

Poco prima di sparare davanti alla chiesa di Vicofaro, i due trecidenni avevano fatto una ‘sessione’ di spari a salve in un terreno dietro una palestra, per passare il tempo. Spostandosi in bicicletta, hanno incontrato il migrante che si stava allenando, e hanno esploso i colpi. . I due ragazzini, essendo minori di 14 anni, non sono imputabili e il fascicolo di indagine è stato trasmesso alla procura presso il tribunale dei minori di Firenze. La polizia sentirà i genitori di entrambi i ragazzi.
Poteva restare un episodio talmente minimo da non ambire neanche alla cronaca ma non è mancata una sottolineatura critica da parte di Cécile Kyenge. Qualche mese fa aveva lamentato atti razzisti nei propri confronti. Qualcuno aveva imbrattato di feci il cancello e le mura della sua casa. Si venne a sapere che si trattava di una banale questione di vicinato. Una ripicca, pare, perchè la Kyenge non avrebbe avuto l’accortezza di ripulire le deiezioni del suo cane. Domenico Grispino disse nell’occasione che la Kyenge avrebbe fatto meglio a tacere. Non può essere tacciato di razzismo questo signore. E’ suo marito.
Passata nel dimenticatoio la storia delle deiezioni canine Cécile nel suo profilo FB ha sottolineato la vicenda di Pistoiacon queste parole:

Quando due tredicenni sparano ad un migrante e per tentare difendere il loro gesto sminuendolo parlando di “goliardata” a perdere siamo tutti noi. Davanti a noi abbiamo un compito fondamentale, importantissimo ed urgente: spegnere il clima d’odio razziale che sta divampando nel paese, recuperare umanità. La parrocchia di Don Massimo Biancalani a Vicofaro, in provincia di Pistoia, da anni realizza ottimi progetti di integrazione: sparare ad un migrante accolto in una parrocchia è un gesto che ha significati ben precisi, perché significa colpire uno dei tanti esempi concreti di integrazione riuscita in Italia. Solidarietà a Don Biancalani e a chi è impegnato tutti i giorni a promuovere una convivenza pacifica“.

Il commento della Kyenge lascia, come spesso accade, perplessi. Non si comprende la ragione per cui il figlio del consigliere PD, quello per intenderci che ha avuto la brillante idea di lanciare un uovo a Daisy Osakue non debba neanche lontanamente essere tacciato di razzismo ma solo di aver commesso una stupidaggine pur essendo di età maggiore rispetto ai due tredicenni di Pistoia. Non una critica nè una reprimenda da Cècile, niente. E forse la Kyenge ritiene che sia stata una “goliardata” quella di Don Biancalani che usava contro il Governo e le politiche migratorie un sarcasmo discutibile e non privo di odio.

“Prego perchè facciate la stessa fine dei migranti”

Fonti: Ansa, Facebook Cecile Kyenge

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