L’Onu esprimeva nel 2016 preoccupazione per “l’assenza di dati certi sulla composizione etnica e razziale della popolazione rom in Italia” ma due anni dopo la parola “censimento” in relazione al mondo rom ha suscitato un vespaio di polemiche. Perchè a parlare era il Ministro degli Interni, Matteo Salvini. A rendere più cruciale lo scontro, invece di attenuarlo, è stato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nelle ore in cui il Comune di Roma provvedeva allo sgombero della baraccopoli rom del Camping River ha parlato di un rischio persecuzione delle etnie minoritarie, come i rom e i sinti, uno degli elementi distintivi del Nazismo. Suggestione enorme e, a ben vedere, abnorme. Perchè parlare di “razzismo” e di rischio “Olocausto” per qualsiasi provvedimento restrittivo dell’amministrazione crea l’effetto contrario a quello voluto: si usano suggestioni fuori luogo, e perfino di cattivo gusto verso quelli che furono i veri perseguitati, per una polemica che dovrebbe meglio pensare le parole e i termini di paragone, per non sminuire e strumentalizzare le tragedie vere della Storia. Ma il Presidente non è l’unico ad essere convinto del pericolo. Ci sono anche i Vescovi, ora.
Il bilancio dell’operazione parla di 400 rom identificati, multe, container perquisiti, discariche abusive che necessitano di bonifiche dal costo di decine di migliaia di euro. Scrive ancora il Corriere della Sera: “Quello che preoccupa a Castel Romano è l’ordine pubblico: solo nelle ultime ore i Carabinieri hanno arrestato due minori di 15 e 16 anni, pregiudicati e residenti nel campo di via Pontina, per aver rapinato una 16enne su un bus Cotral. La vittima, che si trovava a bordo con la madre, è stata colpita al volto con un pugno e derubata del telefonino non appena le porte di sono aperte per farle scendere. I due rom, ora affidati dal tribunale a una comunità, sono sospettati di aggressioni simili“.
E nelle ultime ore i Carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Frascati 4 rom di nazionalità romeni, tra i 18 e i 35 anni, tutti domiciliati nel campo nomadi di via Melibeo a Colli Aniene. Durante un pattugliamento, i militari dell’Arma hanno notato un’effrazione al cancello d’ingresso del museo e li hanno fermati. I quattro erano in possesso degli arnesi da scasso utilizzati e della refurtiva: una moneta antica e dei gemelli in argento, risalenti al periodo del secondo conflitto mondiale; un baule antico con lo stemma delle Ferrovie, due bilance antiche in ottone e due pompe in rame.
Dati di realtà, dicevamo, da mettere a confronto con le parole di “Avvenire” il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana: “Nessun uomo è mai un parassita” ha scritto in un editoriale in prima pagina, Marco Impagliazzo, il presidente della Comunità di Sant’Egidio con riferimento alla parole di Salvini all’indomani dello sgombero al Camping River. Queste le parole del Ministro: “Le presenze in Italia dei rom superano le 150mila persone e sono solo circa 30mila quelli che vivono nella illegalità nei campi, probabilmente spinti da chi ci guadagna. Il problema è chi si ostina a vivere nella illegalità, questa sacca di minoranza e parassitaria, potrebbero anche essere svedesi o esquimesi. Nessuna discriminazione contro i rom – ha detto il Ministro, a cui è stato chiesto anche un commento sulle parole di Mattarella – semplicemente parità di diritti e di doveri: bruciare cose con roghi tossici, non fa parte dalla legalità, le auto vanno assicurate, i bambini portati a scuola e va fatta la dichiarazione dei redditi“. Parole di buon senso, che non sono piaciute al giornale dei Vescovi che le ha commentate con queste parole
“Lascia perplessi il linguaggio di un importante ministro della Repubblica a proposito di una minoranza variegata presente in Italia da tempo, quella dei rom: parlare come ha fatto Salvini di 30.000 persone che si ostinano a vivere nella illegalità, definendole sacca parassitaria, suona pregiudiziale verso una intera comunità, oltre che non corrispondente alla realtà”.
Avvenire scrive ancora: “Le parole sono importanti, hanno un valore e un peso. Se si tratta di personaggi pubblici, addirittura di figure istituzionali, l’uso delle parole è ancora più delicato perché vengono diffuse, amplificate, giungono alle orecchie di un pubblico vasto. Queste parole possono influenzare le opinioni pubbliche e spesso sono dette proprio a questo scopo”. C’è inoltre una sottolineatura pesante, molto vicina alle parole del Presidente Mattarella: “La definizione parassiti è stata utilizzata per gli ebrei e chi conosce la Storia sa che da questa e altre definizioni si è passati a emarginare e poi considerare nemica quella minoranza, con le conseguenze tragiche che sappiamo. Dove ci sono problemi di illegalità li si affronti come prevede la legge“. Così sembra stia accadendo, nè più nè meno. Ma Vescovi e Quirinale dissentono e non si comprende perchè. O forse sì.
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