La ragazza ha creduto di poter condividere il gesto tra i followers senza che si sapesse troppo in giro. Ma è stata presa di mira dal notissimo blog di denuncia romano “Roma fa schifo”. che scrive: “Qualche giorno fa il tad di Anna Lou Castoldi la nipote del grande Dario Argento, figlia di Asia Argento e di Morgan dei Blu Vertigo è apparso sulle sue storie di Instagram. Il tag è la firma con cui la teppaglia graffitara – ormai esistente solo a Roma, unico luogo del mondo dove scarabocchiando la si passa liscia – si fa riconoscere“. Il sito mostra le immagini, tra cui un sedile con la scritta “imbrattato”, tanto per rimarcare il gesto e amplificarlo ancora di più. Pennarelli ed evidenziatori utilizzati per “marchiare” il bus Atac.
Roma fa schifo scrive: “Nelle immagini si vede il tag di Anna Lou in sovraimpressione “imbrattato”, semmai non fosse chiaro. Ma come facciamo noi a ricondurre con questa sicumera quel tag alla povera Anna Lou? Semplice: appare molte altre volte nel suo profilo Instagram, è inequivocabilmente la sua firma. Se qualcuno volesse sentirla, magari per chiedere un risarcimento di quei danneggiamenti, potrebbe chiederglielo facilmente“.
La pagina commenta così: “L’episodio è assai triste non per i danni del fatto in se (i bus Atac sono alla canna del gas, uno scarabocchio in più o uno in meno cambia nulla) ma per lo spaccato che dà sulla vita dei ragazzini, per le riflessioni che apre sull’utilizzo e sull’abuso dei social media, sul messaggio che partendo in questo modo colpisce decine e decine di migliaia di persone facendo passare un comportamento incivile come qualcosa di figo, come qualcosa da imitare, come qualcosa messo in pratica da una potente influencer giovanile. Anna Lou è seguita sui suoi profili social da svariata migliaia di suoi coetani e tutto quello che fa ha delle conseguenze, benché lei stessa sembri non rendersene conto. Con ogni probabilità non se ne rende conto neppure la mamma visto che questa foto è stata scattata (e postata!) da Asia Argento in persona che così immortala la figlia mentre si esercita nell’applicare un adesivo su un cartello stradale...”
“… se proprio non si può fare a meno di imbrattare segnaletica stradale – atto pericolosissimo potenzialmente perché adesivo dopo adesivo ci sono segnali stradali di divieto e di senso unico completamente spariti, con incidenti di conseguenza – lo si faccia almeno evitando di condividere il contenuto e milioni di persone invitandoli di fatto ad imitare e incitando dunque al reato“.
Fonti: Il Corriere della Sera, Instagram blue.lou, Blog Roma fa Schifo