L’ufficio di Presidenza della Camera ha dato il via libera alla delibera del presidente Roberto Fico che taglia i vitalizi degli ex deputati, ricalcolando gli assegni percepiti in base al metodo contributivo, come riportato dall’Agi. I sì sono stati 11: 9 della maggioranza (M5s e Lega), 1 del Pd e 1 di Fdi. Entrerà in vigore il 1 gennaio 2019. Il premier Giuseppe Conte, su Twitter, ha commentato: «Grande soddisfazione per l’abolizione dei vitalizi. È un bel segnale per il Paese che si aspettava da tanto tempo. Avanti così! #ByeByeVitalizi».
Stamattina il vicepremier Luigi Di Maio aveva annunciato il via libera parlando di «giornata storica». Ma ha anche già sottolineato il prossimo passo: il taglio delle pensioni d’oro «anche sopra i 4.000 euro, per coloro che non hanno versato i contributi a sufficienza». Il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini ha commentato così la delibera: «Approvato in Parlamento il taglio dei vitalizi a 1.240 ex parlamentari: stop a vecchi e assurdi privilegi. Con la Lega, dalle parole ai fatti!».
Sul rischio di ricorsi il vicepremier Luigi Di Maio, interpellato dai giornalisti in piazza Montecitorio per festeggiare la delibera, ha detto: «Non mi preoccupo». Il presidente Fico ha dichiarato: «oggi abbiamo riparato a un’ingiustizia sociale e quindi una ferita», spiegando che «non è un provvedimento punitivo, ma un provvedimento che ripara a un’ingiustizia e finalmente colmiamo il solco e il burrone»
Meno di un anno fa, all’inizio di agosto del 2017 ci fu il memorabile scontro tra la Presidente della Camera della precedente Legislatura e il leader del Movimento 5 Stelle, l’on. Alessandro Di Battista.
Dopo che il Senato ha bocciato la proposta del M5s di procedere d’urgenza sulla proposta di legge sulle pensioni dei parlamentari firmata da Matteo Richetti del PD alla Camera i Cinquestelle tentarono con ordine del giorno al bilancio consuntivo di Montecitorio.
Tutto iniziò quando l’allora Presidente della Camera dichiarò inammissibili alcuni ordini del giorno alla discussione sul bilancio. Uno prevedeva l’assunzione dei precari che lavorano per i gruppi parlamentari in capo alla Camera. Con altri due, firmati da Luigi Di Maio, si chiedeva che Montecitorio mettesse nell’approvazione del consuntivo il taglio dei vitalizi agli ex deputati. Tutte le richieste furono respinte dalla Boldrini. Sulle pensioni dei parlamentari la Presidente si appellò al Regolamento dell’Aula e spiegò il rifiuto motivandolo sul fatto che in tema la Camera aveva già votato la proposta di legge Richetti che era passata al Senato “Non si possono utilizzare due strumenti legislativi diversi – la proposta di legge Richetti da una parte e l’ordine del giorno all’interno del bilancio della Camera – per lo stesso argomento” disse. Punto di vista trovò l’opposizione dei Cinquestelle e della Lega Nord. Intervenne Luigi Di Maio: “Si sta vietando di parlare di vitalizi perché abbiamo votato il testo Richetti. E per cosa? Per l’economia dei lavori? Quando invece abbiamo discusso per la maggior parte in questa legislatura atti d’indirizzo che all’80 per cento non sono stati mai recepiti dal governo”. La Boldrini fu irremovibile: due percorsi normativi in materia di taglio ai vitalizi non sono possibili, al Senato è già stata incardinata la legge Richetti e sarà discussa lì, disse. “Una scelta di raziocinio” ha aggiunse la presidente della Camera,
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