Adriano, muore il nipote. La moglie «Mi ha detto ‘Tu non sai cosa sta accadendo’»

Era figlio di Rosa Santercole, sorella di Adriano Celentano. Ma i due avevano quasi la stessa età. Come lo zio, è cresciuto anche in via Gluck, la strada che diventerà celebre grazie a Celentano. Lui era Gino Santercole e se ne è andato di notte, probabilmente a causa di un infarto. Era nato a Milano da una famiglia di origini pugliesi, aveva 78 anni. Negli anni ’60 aveva sposato Anna Moroni, sorella di Claudia Mori, diventando così il cognato di suo zio. Da Anna avrà due figli. Lui e Adriano iniziarono a lavorare entrambi come orologiai. Le loro vite cambiarono grazie alla musica.

Gino Santercole nel ricordo della moglie

Insieme con altri artisti come Don Backy, Pilade e Gianco affianca Celentano nella nascita del Clan Celentano. Gino debuttò come solista nel 1964 con il singolo ‘Stella d’argento’. Alla carriera di cantante, musicista e compositore Santercole affianca la carriera di attore. Nel 1969 comincia a lavorare anche come attore con registi come Pietro Germi, Dino Risi, Giuliano Montaldo, Luigi Comencini, Luciano Salce, Mario Monicelli.

E proprio sul set, a Roma nel 1973 dopo il divorzio da Anna Moroni una depressione, la rottura con il Clan incontrò l’amore della vita. A parlare di lui è ora la seconda moglie Melù Valente. Una donna, di origine mantovane, che è stata fondamentale nella sua vita. Lei inizia dalla fine, come riportato da Il Mattino: «Quella frase mi rimbomba in testa: ‘Tu non sai cosa sta accadendo’ mi ha detto confuso nella notte. E adesso io non riesco a concepire la mia vita senza di lui. Noi eravamo uguali, una persona sola, da quando ci siamo incontrati abbiamo vissuto ogni momento uniti. Non sono stati 45 anni ma 250, per intensità, e ancora ne avremmo voluti trascorrere insieme. Abbiamo sempre pensato che fosse meglio amarsi da vivi. Mio marito era un artista e forse è stato trattato da morto già troppo tempo fa». Non fu facile il rapporto con Adriano dopo la rottura con il Clan. Nel 1981 scrisse ‘Adriano ti incendierò’ con un testo di Don Backy, cantata proprio con Celentano a Fantastico 8. Gino disse in diretta: «Ti volevo scrivere una lettera e non ho trovato la carta, così ho fatto una canzone. Poi credo di non essere stato abbastanza apprezzato come autore. Tu il re, noi i sudditi».

Sottolinea Melù: «La parentela con Adriano per noi non è mai stata un problema, sono state semmai voci improprie a fomentare le polemiche. Gino scriveva grandi canzoni e aveva un suo nome e un cognome. Anche in queste ore viene ricordato in quanto ‘nipote di Celentano’, addirittura ‘cognato di Celentano’. Cognato di Celentano non lo è più da 45 anni e credo che oggi meriti rispetto».

Nel 1999 la riconciliazione con Adriano che lo invitò al programma ‘Francamente me ne infischio‘. La moglie dice adesso: «Ci si ricorda delle persone quando muoiono, noi abbiamo lottato affinché ci si ricordasse di loro da vive. Lo abbiamo fatto anche con Gabriella Ferri. L’ultimo disco di Gino aveva avuto ottimi riscontri sulla stampa, ma poi in tv gli chiedevano di andare solo con Celentano. Nelle radio ci hanno chiesto 100.000 euro per tre passaggi. Non era uno che sgomitava per esserci a tutti i costi. Aveva tanta voglia di condividere, era un tipo gioioso, conviviale. D’altronde veniamo da anni in cui si credeva nei gruppi, nello scambio di sentimenti, impulsi e idee. Credo sarebbe felice di un omaggio da parte della gente». I funerali si terranno lunedì 11 giugno alle 14 presso la Chiesa Santa Rosa da Viterbo in Via Santa Giovanna Elisabetta 53. Di fronte casa sua.

Fonte: Il Mattino

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