Giuramento, lavoratori a rischio licenziamento sotto il Quirinale. Conte: “Andiamo prima da loro”

Il Quirninale può attendere. Fuori programma del premier Giusppe Conte, atteso alle 16.00 di oggi insieme ai ministri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per giurare. Ma c’è un uan protesta dei lavoratori. E la reazione del premier spiega quale potrebbe essere lo stile di un presidente del Consiglio ancora sconosciuto agli Italiani.

Lavoratori protestano fuori dal Quirinale, Conte si reca da loro

Al suo arrivo a Montecitorio Conte si è avvicinato a una delegazione di lavoratori che protestavano in piazza contro i licenziamenti. Conte ha preferito il fuori programma e prima di entrare alla Camera, dove lo attendeva il presidente Roberto Fico, si è avvicinato ai lavoratori che chiedevano attenzione alla loro vertenza: «Vi dovete fidare di tutti questi ministri, abbiamo messo su una bella squadra, il ministro dello Sviluppo Economico è Luigi Di Maio». I lavoratori hanno detto al presidente del Consiglio, come riportato da Askanews: «Noi abbiamo messo voi in questo governo, vi abbiamo votato, e lei è un grande, è l’avvocato di tutti gli italiani». E Conte risponde: «Non sono un grande, lo devo ancora dimostrare». Poi è andato verso il portone principale di Montecitorio.

Alle 16 di oggi il Colle riceve il nuovo presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la squadra per il giuramento. Nasce un governo politico, dunque. Un governo giallo-verde. Con Di Maio e Salvini vicepremier. E due professori, Conte e Tria, a Palazzo Chigi e via XX Settembre. Nascerà ufficialmente, all’inizio della prossima settimana, con il voto di fiducia in Parlamento di M5s e Lega. Dice «No» Forza Italia, che annuncia «battaglia per i cittadini». E annunciano un’opposizione dura Partito democratico e Liberi e uguali: «Costruiremo l’alternativa – dice Maurizio Martina – al governo populista e di destra che ha un programma pericoloso, antieuropeo e iniquo». Fratelli d’Italia, che era disponibile al «Sì» alla fiducia, sceglie la linea dell’astensione. «Per patriottismo – dichiara Giorgia Meloni – diamo una mano perché l’Italia è sotto attacco e non ci possiamo permettere il voto a luglio».

Fonti: Askanews, Il Fatto Quotidiano

 

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