Oggi potrebbe essere il giornno decisivo per superare lo stallo isitutzionale e varare un governo politico conforme all’esito elettorale dello scorso 4 marzo. Alla fine tutto sembra in mano a Matteo Salvini che ha accettato la proposta di Luigi Di Maio di discutere sul ruolo di Paolo Savona nell’Esecutivo politico.
E’ stato lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella a prendere tempo e a fermare l’ipotesi del governo “tecnico”guidato da Carlo Cottarelli. Al Colle potrebbe presto comparire proprio Salvini per fare un punto con il Capo dello Stato, che dopo la giornata al color bianco di domenica, ha ricevuto segnali sconfortanti, sopratutto dai mercati, sull’ipotesi di un periodo d’incertezza in attesa del nuovo voto.
Sullo sfondo l’ingresso nella maggioranza M5s-Lega anche di Fdi di Giorgia Meloni. L’arrivo di FdI e la collocazione della sua leader in un ministero di peso (si parla della Difesa), sta diventando un punto chiave della trattativa, dando per assodato – ora – che Paolo Savona non sarebbe più in corsa per il Mef, e sembra non ci siano ostacoli da parte del Quirinale per altri dicasteri. Il punto critico riguarda l’atteggiamento dei 5 stelle verso il possibile ingresso di Fratelli d’Italia, d’intesa con il Carroccio. Una volta sbloccato questo aspetto non si esclude un vertice a tre sempre in giornata.
Ingresso di Fratelli d’Italia a parte, tutto sembra convergere per ripartire da dove ci si era fermati, Savona a parte, come riportato da Il Corriere della Sera. I fatti delle ultime ore confermano che era stato proprio il nome dell’economista a subire un veto insormontabile.
Intanto, proprio in queste ultime ore sale la tensione per quanto affermato settimanale francese Canard Enchâiné, secondo cui l’ufficio del Parlamento Europeo avrebbe giudicato non conformi spese per circa 427mila euro risalenti al 2016 da parte del gruppo ENL – che comprende Europa delle Nazioni e della Libertà che comprende il Front Nationale francese e la Lega Nord nel 2016 – gli eurodeputati avranno tempo fino a metà giugno per presentare spiegazioni al dettaglio dei costi sostenuti. Somme altissime per cene, champagne e regali di Natale, secondo quanto riportato dal settimanale. Tra le cene di lusso finite nel mirino, in particolare, ci sarebbe una serata al Pavillon Ledoyen, un ristorante costosissimo di Parigi vicino a Champs Elysées: un ristorante con tre stelle Michelin, in cui avrebbero cenato, da soli, proprio la Le Pen e Salvini, per un conto da 401 euro a testa, a spese dei contribuenti europei.
Netta la smentita della Lega: “Sulle presunte cene rimborsate dal gruppo Enf si precisa che, al contrario di quanto riportato da alcuni giornali, Matteo Salvini non vi ha mai partecipato né a Parigi, né altrove. Stesso discorso per gli altri parlamentari e componenti dello staff della Lega”. L’ufficio stampa del partito di via Bellerio aggiunge che “gli uffici legali del partito procederanno a presentare querela nei confronti di Repubblica, Corriere e tutte le testate che continueranno a pubblicare queste notizie false e prive di ogni fondamento”. L’ufficio stampa della Lega cita inoltre un documento pubblicato martedì da Politico.eu, sottolineando che emerge che “nessun eletto della Lega, né alcun componente dello staff, sono coinvolti e citati nelle contestazioni relative ai budget del Parlamento Europeo”.
Fonte: Il Corriere della Sera