Niente lista de Ministri. Ma è il male minore: se dire “no” al nascente Governo Conte aveva lo scopo di tutelare i “risparmi” degli italiani il disegno, 48 ore dopo il diniego di presidente Sergio Mattarella, appare fallito tristemente. Si dice che “l’inferno è lastricato di buone intenzioni” e stamattina i mercati si sono svegliati all’inferno.
Lo spread tra Btp e Bund ha aperto in rialzo fin dai primi scambi, toccando prima i 260 punti – superando subito il trend negativo femo a 233 nella chiusura di lunedì – per poi scendere a 256 punti e a metà mattina e risalire drammaticamente toccando il picco di 320, una cifra record dal 2013. A concludere una giornata orribile per i progetti del presidente l’incontro a vuoto con il neo incaricato premier Carlo Cottarelli che, deludendo le attese non ha ufficialmente presentato al Colle alcun nome.
In tarda mattinata la corsa è rallentata, e il differenziale è sceso a 269. Il nervosismo dei mercati finanziari per la situazione politica italiana è dunque all’apice e la svolta annunciata per oggi non c’è stata: il premier incaricato, Carlo Cottarelli era atteso alle 16.30 al Colle con la lista dei ministri del Governo. Ma non c’è stata alcuna lista e sembra che Cottarelli sia prossimo a gettare la spugna. Il no di Mattarella oltra ad aprire una crisi istituzionale senza precedenti, ha delineato un governo destinato a non avere alcuna fiducia. Oltre al “no” scontato di Lega, Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia e Forza Italia il nascente governo si è visto destinato ad un ruolo ad un passo dal ridicolo quando il segretario del PD ha annunciato l’astensione. Si profilerebbe dunque uno scenario grottesco, con un “Governo del Presidente” che può contare solo su una manciata di voti, e forse neanche quella: ben altra cosa rispetto a quelli messi in piedi da Giorgio Napolitano. Uno scenario che distruggerebbe l’autorevolezza della Presidenza della Repubblica. Forse i tempi sono cambiati davvero e prima del Quirinale sembrano averlo capito molti di coloro che sembravano destinati ad entrare nella lista di Cottarelli. Si narra di diversi dinieghi ricevuti dal premier incaricato. E infatti poco attrattivo, diventare ministro di un governo destinato al nulla o quasi.
Nel corso dell’incontro al Quirinale, il presidente del Consiglio incaricato ha fatto il punto della situazione, drammatica. Mattarella ha tentato di prendere tempo. Ma la rinuncia di Cottarelli è nell’aria. Domani mattina il premier incaricato tornerà al Quirinale per riferire. Si parla di un ritorno alle urne per il 29 luglio. E sembra più un’ipotesi, con un risultato che si prevede plebiscitario per Lega e Movimento 5 Stelle. E si tornerebbe al punto di prima, con una maggioranza ancora più forte a chiedere Savona ministro dell’Economia. Tanto rumore per nulla. Una sconfitta politica e una lacerazione istituzionale senza precedenti: questo avrebbe ottenuto, alla resa dei conti, il presidente Sergio Mattarella.
Fonte: Alanews