Il giorno dopo il gran rifiuto di Mattarella la tensione è ancora altissima e non accenna a diminuire. E si parla insistentemente di elezioni.
Intanto Carlo Cottarelli ha accettato – con riserva – l’incarico di formare il nuovo governo. All’uscita dal colloquio con il presidente della Repubblica il neo incaricato è stato chiarissimo, come riportato da Il Corriere della Sera. «Il presidente mi ha detto di presentarmi in Parlamento con un governo con un programma che in caso di fiducia includerà l’approvazione della legge di Bilancio, con nuove elezioni nel 2019. In assenza di fiducia il governo si dimetterebbe immediatamente per accompagnare il paese ad elezioni dopo il mese agosto. Il governo manterrebbe una neutralità completa rispetto al dibattito elettorale. Mi impegno a non candidarmi e chiederò lo stesso impegno a tutti i membri del futuro governo. Da economista voglio rassicurare: i conti sono in ordine. Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari, lo spread è aumentato, tuttavia l’economia italiana è in crescita e i conti pubblici rimangono sotto controllo. Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici». E sull’Europa: «Il dialogo con l’Europa è essenziale, deve essere un dialogo a difesa dei nostri interessi, e sarà costruttivo, nel pieno riconoscimento del ruolo essenziale dell’Italia. Come è essenziale la nostra partecipazione all’Euro».
Cottarelli sa già di non avere i numeri in Parlamento. Sulla carta, stando alle prime dichiarazioni dei leader dei partiti contrari alla nascita dell’esecutivo, i voti contrari alla fiducia alla Camera sono 483, quindi ben 167 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta di 316 deputati, contro i soli 111 voti certi a favore della fiducia da parte del PD.
Hanno infatti annunciato che non voteranno la fiducia la Lega (124 deputati), il Movimento 5 stelle (222), Fratelli d’Italia (32) e Forza Italia (105). Liberi e Uguali (14 deputati) deciderà il da farsi. Incerto il voto dei 21 deputati appartenenti al gruppo Misto, ma alla fine ininfluenti, vista la maggioranza ampia e massiccia contraria alla nascita dell’esecutivo Cottarelli. La situazione non cambia al Senato: sulla carta sono 246 i voti contrari alla fiducia, quindi 85 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta di 161, a fronte dei soli 52 sì del PD.
Nel dettaglio, sempre stando alle dichiarazioni ufficiali dei partiti, voteranno no 109 senatori di M5s, 58 della Lega, 61 di Forza Italia e 18 di fratelli d’Italia. Da capire come si orientera’ il gruppo delle Autonomie, composto da 8 senatori, e il gruppo Misto, che conta 12 senatori. ma come alla Camera, anche a palazzo Madama si tratta di numeri che non sposterebbero l’ago della bilancia a favore del governo qualora dovessero decidere di votare la fiducia.
Fonte: Il Corriere della Sera
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