Centinaia di persone hanno salutato Ludovica Filippone e della madre Marina Angrilli, uccide domenica scorsa da Fauso Filippone mentre la tragedia si rivela sempre più sconcertante. E’ il giorno del funerale e si sa tutto, ormai, di quello che si può sapere.
«Papà ti fa una sorpresa». Così Fausto Filippone aveva fatto dire dalla zia alla figlia Ludovica, di soli 10 anni, e lei s’era fatta trovare in strada ad attenderlo. Lui l’ha caricata in macchina ed è salito fino al cavalcavia dell’autostrada a Francavilla al Mare sul viadotto della A14. E l’ha buttata di sotto.
Qualche ora prima un’altra bugia, alla mamma di Ludovica, la professoressa Marina Angrilli di 51 anni: «Andiamo a comprare la lavatrice» aveva detto alla moglie portandola invece con una scusa nell’appartamento di piazza Roccaraso 18, a Chieti scalo che era solito affittare agli studenti. Lì un’altra bugia: «Facciamo un selfie sul balcone». E sul balcone di quella casa si è consumato il primo delitto. Una scaletta trovata sul lato sinistro del balcone, «compatibile con la traiettoria della caduta della donna», è per la squadra mobile di Chieti la prova della trappola dell’ingegnere: e l’ha spinta giù. Per Marina sono state due ore di agonia prima di morire. Sulla sua fine non ci sono dubbi da parte di Cristian D’Ovidio, il medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo della donna:«Non un suicidio, né un malore», ha stabilito, dopo aver studiato la dinamica della caduta. E in quella casa non è stato trovato alcun segno di colluttazione: non è stato un delitto d’impeto dopouna lite. Il marito, dopo il grido ed il tonfo sordo che ha attirato l’attenzione dei vicini, sceso nello spiazzo e ha fornito ai soccorritori del 118 false generalità della moglie, forse per potersi ritagliare qualche momento in più per correre da Ludovica. Che ha sofferto di meno, certo ma avrà certamente vissuto lunghi momenti di terrore.
«Escludo che la bambina sia stata sedata» ha detto all’ANSA lo psichiatra Massimo Di Giannantonio, direttore del dipartimento salute mentale della Asl Lanciano Vasto Chieti, il mediatore che ha tentato di dissuadere Fausto Filippone dal gettarsi nel vuoto. «Dal racconto degli agenti che sono giunti per primi sul posto la bambina era in piedi sul burrone con il braccio del padre che le cingeva la vita. Poi l’ha lanciata e lei è venuta giù senza nessuna espressione, come un sasso. Era annichilita dal terrore. Era immobilizzata, ma non dai farmaci».
Sui motivi che hanno scatenato la follia omicida dell’uomo non ci sono ancora certezze. Nessuno, tra quelli che conoscevano la coppia, sa darsi una spiegazione. Il quadro che emerge è sempre più di normalità. Lo ripetono al circolo Sci club Aterno di Pescara frequentato dalla bambina, dove una settimana prima la famiglia era a cena; al ristorante La Neviera di Bucchianico, dove hanno cenato la sera prima della tragedia pacati e tranquilli; nella palestra che frequentava e dove, secondo il suo allenatore, aveva anche rinnovato fino al prossimo anno.
Oggi centinaia di persone al funerale a Pescara di Marina e della figlia Ludovica uccise domenica 20 maggio, come riportato da Il Messaggero. Gremita la chiesa di Cristo Re, che non riesce ad accogliere tutti i partecipanti. A celebrare la funzione è l’arcivescovo della Diocesi di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti.
Funerale con una bara bianca per la piccola Ludovica e una beige per la mamma Marina. Grande commozione all’arrivo dei feretri. «Il Male le ha rapite ma noi vogliamo puntare gli occhi sull’eterno bene e vogliamo pregare insieme perché trovino la pace eterna», ha detto il vescovo all’inizio della cerimonia. Presenti il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, e il presidente del Consiglio comunale, Francesco Pagnanelli, con il gonfalone del Comune.
Fonti: Il Messaggero, Ansa, Veratv
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