Non era il convivente della madre, ma il padre di Ludovica, sangue del suo sangue. Ed ha deciso di distruggere la sua famiglia e sè stesso, pezzo per pezzo. Il giorno dopo la tragedia del viadotto è quasi più sconvolgente delle ore precedenti. Dopo che Fausto Filippone, il padre, sì è lanciato da un viadotto dell’autostrada A14, a Francavilla al Mare qualche minuto prima delle 20 di ieri sera, seguendo la figlia di 12 anni, che giaceva lì da quasi sette ore. Lui è rimasto in bilico per oltre sei ore, minacciando di buttarsi quando i soccorritori provavano ad avvicinarsi al corpo della ragazzina. Perchè ha atteso è difficile capire, così come è difficile capire ogni cosa intorno a questa vicenda. Forse non trovava il coraggio – dopo aver trovato il coraggio di gettare la piccola – ed ha atteso di cedere per stanchezza. Perchè. aveva deciso davvero di farla finita, dicono i soccorritori
La tragedia finale è iniziata attorno alle 13, quando sono arrivate le prime segnalazioni. Qualche automobilista aveva visto quello che sembrava incredibile: un uomo che aveva scavalcato la barriera protettiva, sul viadotto Alento, al km 390 dell’autostrada, tra i caselli di Pescara Ovest-Chieti e Pescara Sud – Francavilla. C’era una ragazzina con lui, che preso per mano la sua bimba per spingerla giù dal viadotto dell’autostrada A14 a Francavilla al Mare, come riportato da Repubblica. Dopo la notizia tremenda. “Lei è caduta giù” dicono i testimoni. In un primo momento non si capisce se è viva o morta, perché l’uomo impedisce ai soccorritori di avvicinarsi. Ha continuato ad urlare “scusa, scusa” alla sua bimba, che non poteva più sentirlo.
Lui ha resistito in una posizione assurda, in bilico sul nulla, scambiando poche, pochissime parole. Ha ripetuto di non avere alternative. Non ha voluto ascoltare neanche la sorella, arrivata per salvare il salvabile. Non è riuscita neanche ad avvicinarsi. Si è limitato a guardarla, da lontano, prima di lasciarsi andare. Chissà cosa avrà pensato. Ha chiesto solo una cosa, in continuazione: se la moglie fosse viva. I poliziotti hanno continuato a rassicurarlo, sperando che servisse a farlo arrendere. Lei era morta. Il dramma familiare ha avuto inizio nella tarda mattinata di ieri, verso mezzogiorno, quando Fausto Filippone ha lanciato la moglie Marina Angrilli, di 52 anni, prof di lettere al liceo scientifico Da Vinci di Pescara, dalla finestra dell’appartamento comprato in una palazzina in piazza Roccaraso 18, a Chieti Scalo. Una casa che i coniugi di solito affittavano agli studenti. Ieri quella casa al secondo piano era vuota. C’è stato un litigio, tra il padre e la madre di Ludovica, forse una parola di troppo. Secondo le prime ricostruzioni lui avrebbe aperto la finestra del bagno e la 52enne è volata giù, davanti ai garage condominiali. La donna, in condizioni disperate e in una pozza di sangue, è stata soccorsa dai medici del 118. Fausto Filippone ha dato delle false generalità della moglie. Dopo il padre, ormai fuori di sè, è passato a prendere Ludovica, a casa del nonno. La tragedia si avviava all’epilogo. Oggi si sa che Filippone aveva perso di recente la madre. Un evento che lo avrebbe gettato nella disperazione più nera. Fino al punto di distruggere una famiglia normale:
«Mia sorella Marina era regolarmente sposata con rito civile con Fausto Filippone. Mia nipote Ludovica era figlia legittima della coppia. Una famiglia normalissima, sana e di buoni principi!». Dice oggi Francesco Angrilli, fratello di Marina, di 51 anni, come riportato da Il Messaggero. Una famiglia normalissima, con una madre, una bambina ed un padre che si curava di loro. Fino a ieri mattina.
Fonti: Repubblica, Il Messaggero
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