«La nostra funzione non è guarire ma curare, e per cura intendo ogni forma di sostegno. Noi avremmo accolto Alfie garantendo le terapie necessarie, senza accanimento terapeutico. E poi chi ci dice che è incurabile, chi può affermare con certezza che nulla si può fare? Noi non diamo solo consolazione» A parlare è Mariella Enoc la presidente del Bambin Gesù, la donna che ha tentato il possibile per portare il bambino nel centro di eccellenza della Santa Sede, come riportato da Il Corriere della Sera.
Secondo i giudici inglesi, Alfie “non può venire in Italia: credo che questo sia dovuto anche all’aver ritenuto che ci siano state alcune pressioni. Sui genitori non c’è ne è stata assolutamente alcuna”. Mariella Enoc, sottolinea al contrario il Bambin Gesù “ha sempre fatto presente che la diagnosi è molto severa”.
In tutta la vicenda di Alfie, affetto da una malattia neurodegenerativa grave e per il quale i genitori chiedono il trasferimento in Italia, “c’è stata – rileva Enoc – troppa ideologia e troppa strumentalizzazione. Mi rifiuto di pensare che dopo tante battaglie fatte per il diritto di morire – ha sottolineato – non si possa fare anche una battaglia per il diritto di vivere, perché in questo caso i genitori chiedono che il bambino viva”.
Quanto ai dubbi sollevati da alcuni rispetto al fatto che Alfie possa sostenere il peso di un trasporto e di uno spostamento in un altro paese nelle condizioni in cui si trova, Enoc ha rilevato come l’ospedale Bambino Gesù “in questo anno e mezzo ha trasportato 200 bambini circa di cui molti nelle condizioni di Alfie, provenienti dalla Grecia, dall’Est europeo, dall’Italia e molti altri paesi”.
In tutti i casi, ha rilevato Enoc, “si trattava di bambini che erano in condizioni gravi o bisognosi di un trapianto, ma sono arrivati con un supporto alla respirazione su un c130, su un’ambulanza o con una macchina, e vari di questi bambini si sono salvati“. Enoc ha quindi ribadito come l’ospedale rimanga sempre pronto ad accogliere Alfie, in attesa degli sviluppi della situazione.
Fonte: Il Corriere della Sera