Pompei, trovati i resti di un bambino di 8 anni

restiUn bambino che muore mentre cerca disperatamente di salvarsi. Un piccolo di 8 anni al massimo, rimasto solo in uno scenario da incubo. E’ quanto si è scoperto nei giorni scorsi in uno dei siti archeologici più affascinanti e conosciuti: gli scavi del’antica Pompei. Un luogo affascinante per il suo modo unico di raccontare il passato e, allo stesso tempo, una delle tragedie collettive più note della storia occidentale. «Pompei è a una svolta per la ricerca archeologica non solo per le scoperte eccezionali che regalano forti emozioni come nel caso di questo ritrovamento. Ma anche perché si è consolidato un nuovo modello di approccio scientifico che affronta in maniera interdisciplinare le indagini di scavo». A parlare è Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico che così commenta il ritrovamento dello scheletro di un bambino di 7-8 anni, anche lui vittima dell’eruzione avvenuta nel 79 d.c. Il piccolo è stato individuato in un ambiente del grande complesso delle Terme Centrali, come riportato da La Stampa. E’ riemerso nel corso di un intervento di consolidamento e restauro del complesso termale già scavato nell’800. E’ risultata sorprendente la collocazione inusuale del piccolo rispetto alla stratigrafia vulcanica. La peculiarità del ritrovamento è che lo scheletro è immerso nel flusso piroclastico, un mix di gas e materiale vulcanico. Normalmente è presente nel livello più basso il lapillo e sopra la cenere che sigilla tutto. In questo caso si doveva trattare di un ambiente chiuso dove il lapillo non è riuscito ad entrare né a provocare il crollo dei tetti, mentre è penetrato direttamente il flusso piroclastico – la colata di magma incandescente – dalle finestre.

Sotto uno strato di circa 10 centimetri è affiorato prima il piccolo cranio e in un secondo momento le ossa, disposte in maniera raccolta, che hanno permesso di formulare le prime ipotesi circa l’età bambino che aveva trovato rifugio nelle Terme Centrali.
Lo scheletro, fa sapere nella nota il Parco Archeologico, è emerso durante la pulizia di un ambiente di ingresso. Grazie alle indagini antropologiche, «che vengono condotte in maniera sistematica fin dal ritrovamento dei reperti, sarà possibile determinare eventuali patologie». Lo scheletro è stato rimosso e trasferito al Laboratorio di ricerche applicate del Parco Archeologico.
Fonte: La Stampa

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