Il piccolo Alfie Evans è tornato a ricevere nutrimento assistito nell’ospedale Alder Hey di Liverpool, dopo aver resistito senza «per 36 ore» ed essere ormai entrato nel secondo giorno di vita, contro le previsioni dei medici, dopo il distacco della ventilazione meccanica, come riportato da Il Sole 24 Ore. “Ora chiedo all’Alta Corte britannica di trattarlo con dignità, come una persona vera. Fategli la grazia, vogliamo portarlo in Italia. Alfie – ha aggiunto – resiste ancora bene come può. Sta lottando e continua a non soffrire, non ha apnee né dà segno di provare dolore. Ieri l’avvocato mi aveva offerto un’opzione fra due alternative: ricorrere alla Corte d’Appello – contro la decisione del giudice Anthony Hayden di non autorizzare il trasferimento di Alfie in Italia – o collaborare», ossia accettare il protocollo di distacco dai macchinari salvavita affidato ai medici di Liverpool e ottenere in cambiò che il piccolo fosse almeno «riportato a casa». «Io – prosegue papà Tom – mi ero detto d’accordo per riportarcelo a casa, non ne potevo più di queste corti e di ricorsi respinti». Ma l’inattesa resistenza del bambino sembra aver cambiato lo scenario: è arrivata infatti la telefonata della Corte d’Appello al suo legale: un collegio era pronto a riunirsi oggi pomeriggio. Messaggio di disponibilità che Tom Evans interpreta come un segnale: «Noi ora crediamo che ci possa essere un cambiamento clamoroso, una svolta nel caso». La Corte «deve essersi accorta che il giudice Hayden e i dottori sbagliano». Alfie, incalza, «non è stato nutrito, è stato trattato in modo disgustoso, come neppure un animale, ma ha dimostrato che si sbagliavano a prevederne una rapida fine e sta resistendo”.
Fonte: Il Sole 24 Ore