Cagnolina uccisa. L’uomo di 44 anni, romano, che ha ucciso la cagnolina del figlio lanciandola dal settimo piano di un palazzo è stato condannato a un anno e otto mesi, come riportato da Roma Today. Il volo di oltre venti metri che non ha lasciato scampo all’animale anche se il ragazzo, disperato, ha tentato invano di rianimarlo. L’uomo è stato condannato non per la crudeltà sulla femmina di Jack Russel ma per la resistenza fatta nei confronti degli agenti intervenuti a Tor Carbone dopo una telefonata al 112. Gli agenti hanno ascoltato per tutto il pomeriggio il figlio dell’uomo e la compagna. Il gesto sarebbe avvenuto al termine di una furiosa lite con la donna. La dinamica sarebbe stata confermata da alcuni vicini di casa che hanno sentito delle urla provenire dall’appartamento. Poco dopo, avrebbero visto affacciarsi in balcone l’uomo con in braccio la cagnolina per poi afferrarla per il collo e lasciarla cadere nel vuoto, come riportato da Il Messaggero. Per gli investigatori del commissariato Tor Carbone il gesto resta senza motivo, forse provocato dalla cocaina assunta fino a poco prima, che potrebbe aver stravolto azioni e pensieri del quarantenne, con precedenti per furto e reati contro la persona. La compagna, anche lei pregiudicata, subito dopo il fattaccio è scesa in strada cercando di minimizzare l’accaduto, seguita poco dopo da lui: «Ma tutte ste’ pagliacciate per un cane!» ha detto ai ai poliziotti che stavano consolando il giovane. L’uomo ha rischiato il linciaggio. Le persone accorse infatti hanno capito presto quello che era accaduto ed hanno cominciato ad inveire e a strattonarlo. È stato allora che gli agenti hanno lasciato il ragazzo e sono intervenuti per strappare l’uomo a un probabile linciaggio, ricevendo tuttavia in cambio parolacce e spintoni proprio dal diretto interessato.
La situazione è precipitata in un attimo e il quarantenne è stato caricato a forza sull’autoradio, destinazione commissariato dove, ormai fuori controllo, ha danneggiato un ufficio e ferito due poliziotti. Ne avranno per 14 e 20 giorni. Ieri l’arresto è stato convalidato, e l’uomo è stato portato in carcere. Due i testimoni ascoltati dalla polizia: uno lo ha visto proprio mentre affacciato al balcone lanciava il cane di sotto. L’altro è arrivato quando l’animale era già morto, con il ragazzo che cercava di rianimarlo. L’Ama ha provveduto più tardi a portare via la carcassa della povera bestiola.
Per Rinaldo Sidoli, responsabile nazionale della onlus Lega italiana difesa animali e ambiente, «quello di Roma è un gesto efferato e di una crudeltà inaudita che rispecchia la pericolosità dell’individuo anche per l’incolumità dei suoi familiari. Chiediamo con forza al magistrato che seguirà la vicenda di disporne l’allontanamento dal nucleo familiare». E l’Enpa – l’Ente per la protezione animali – vuole invece costituirsi parte civile contro l’omicida del Jack Russell. Ma, al momento, nessun provvedimento risulta a carico dell’uomo per il gesto.
Fonti: Roma Today, Il Messaggero