Nato ad Acqui il 13 febbraio 1962, Negro si era diplomato al liceo classico Saracco e poi laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Genova, seguendo le orme del padre Angelo, che ad Acqui era stato uno dei medici più conosciuti e amati, ma un po’ anche della mamma e della nonna «Gein», entrambe ostetriche: proprio alla nonna, di recente, aveva dedicato una raccolta benefica per i bisognosi.
Scelta la specializzazione in Ortopedia, si era concentrato su chirurgia della mano, affiancando per 16 anni Carlo Grandis all’istituto ortopedico Galeazzi di Milano. «Lui è il mio papà-medico» diceva. Negro eseguiva circa 950 interventi alla mano l’anno. Parte del suo lavoro si svolgeva alla clinica «Città di Bra», il resto ad Acqui. Aveva studio in corso Italia ma lavorava anche alla casa di cura Villa Igea, dove ieri la notizia ha lasciato attoniti colleghi, amici e collaboratori. «Erano le 9,30 quando l’abbiamo saputo. Ancora non ci crediamo – dice il presidente di Villa Igea, Luigino Branda -. Perdiamo un professionista eccellente, stimato, capace. Mai primadonna. Per me era un amico, avevamo gli studi in centro a pochi passi».
Negro, che viveva in via Maggiorino Ferraris, lascia la moglie Marina Buffa, infermiera, i figli Gioia e Carlo, che studiano in Spagna, e l’anziana mamma.
Il chirurgo era stato consigliere comunale di maggioranza dal 2012 al 2017 all’epoca della giunta di Enrico Bertero, che dice: «Un amico d’infanzia, con cui ho condiviso tanti momenti. Allegro, gioviale, pieno di iniziative. C’era sempre per chi aveva bisogno, dal principe allo spazzino». E il sindaco di oggi, Lorenzo Lucchini: «Negro è stato un cittadino esemplare, cordiale, elegante, disponibile, da sempre impegnato in battaglie con profondo senso civico e morale». Una su tutte, quella contro i botti di Capodanno, di cui da medico conosceva gli effetti devastanti.
Negro era conosciuto anche a Casale, dove aveva operato fino a due anni fa nella clinica S. Anna. «Eseguiva interventi di particolare delicatezza e con alta professionalità – dice Giacomo Brizio, proprietario anche della clinica di Bra – . Perdiamo un grande amico, un grande medico e un grande uomo».
Fonte: La Stampa
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