Oggi si è compreso fino in fondo perchè Luigi Capasso, il Carabiniere responsabile dell’omicidio delle due figlie e del ferimento della moglie, abbia lasciato lei in vita. Nel convulso succedersi degli avvenimenti di quella mattinata folle – il viaggio da Velletri a Cisterna, l’attesa della moglie davanti al garage, l’omicidio delle figlie, Martina durante il sonno e Alessia che ha visto e capito la follia e l’orrore – il grave ferimento della moglie è sembrato quasi un errore nel disegno nero dell’uomo, l’unico atto rimasto incompiuto.
In queste ore, Antonietta, madre delle due bambine riemersa finalmente dalle ferite di quel giorno, è tornata cosciente. Ed ha saputo: una responsabilità enorme, quella di raccontarle tutto, condivisa da un team di medici e psicologi. Perché il salto nel vuoto di questa donna, il dolore senza misura, il buio, ora sono enormi. E’ rimasta sola: quando si perdono i figli amici e parenti non bastano. Non basta il mondo a consolarci per un solo istante. Perché loro, figlie e figli, sono il senso di ogni giorno, la luce del mondo. Questa è la legge degli uomini. C’è chi la sovverte e la getta via, come Luigi Capasso, ma il senso di tutto rimane custodito in questo: nell’amore per le persone che mettiamo al mondo e che il mondo ci restituiscono, pieno di senso.
Luigi Capasso amava le figlie, dicono. E’ possibile: ma quel giorno, o meglio nei giorni in cui ha meditato questo scempio, l’odio per la madre delle sue figlie ha tracimato, fino al punto che ha deciso, apparentemente senza esitare, di travolgere anche Martina e Alessia. Oggi sembra chiaro che lui volesse questo: che Antonietta sopravvivesse e, nel farlo, morisse ogni giorno. Un odio senza limiti, di questo è stato capace. Lui sarebbe morto e anche le piccole. Loro se ne sarebbero andati, insieme. Lei, Antonietta, sarebbe rimasta. Sola per sempre.
L’ha lasciata stesa in quel garage, riversa a terra mentre terrorizzata lo osservava impadronirsi delle chiavi di casa e correre lì, al secondo piano, proprio dove lei mai avrebbe voluto si avvicinasse. Ha chiesto aiuto, ha gridato. L’hanno sentita i vicini, l’ha sentita il marito. Purtroppo anche la figlia Alessia, che avrà udito con sgomento e terrore i passi del padre, pazzo di rabbia, che si avvicinava alla porta di casa, il rumore delle chiavi nella porta e dopo l’orrore. Nient’alro: solo la pace del Cielo, per lei e la sorella. Lo speriamo con tutto il cuore.
Luigi ha certo sentito Antonietta gridare. Sarebbe potuto tornare indietro e finirla, lasciarla andare insieme alle adorate figlie. Non ha voluto. Doveva vivere e morire, così. Oggi abbiamo davvero capito e siamo ammutoliti di sdegno e orrore. Perchè non possiamo dire “Riposa in pace, Antonietta” e non possiamo dirle “vivi in pace Antonietta, ora, nonostante tutto”. Il Cielo aiuti questa donna, in questo orribile 8 marzo per lei.